63. Festival Internazionale del cinema di Berlino, 7 – 17 febbraio 2013
L’ultimo sguardo di River
La mattina del 31 ottobre 1993, oltre che il buio della notte, il mondo si porta via anche River Phoenix, giovanissimo e talentuoso attore, maggiore di 5 fratelli tra cui Joaquin. In quei giorni River sta girando un film, Dark blood, che lo avrebbe probabilmente consacrato come uno dei giovani più promettenti della Hollywood dei 90’s.
All’annuncio della sua morte, causata da un cocktail di droghe e farmaci, il film non è stato ancora completato e anche se la storia è per lo più definita mancano molte sequenze che vedono protagonista River e la protagonista femminile. La produzione viene chiusa, Sluizer conserva i negativi e dopo un lavoro decennale di recupero e montaggio il film è stato presentato giovedì 14 febbraio fuori concorso alla 63a Berlinale. In questi casi la forma recensione classica deve lasciare il passo al racconto di una storia che presto diventerà leggenda, e alla trama possiamo riservare solo poche righe, necessarie ma non fondamentali. Per festeggiare il loro anniversario di nozze, Harry (Jonathan Price) e Buffy (Judy Davis) decidono di viaggiare lungo il deserto dell’Arizona trovandosi ben presto fermi a causa di un guasto all’auto. A dargli riparo ci penserà Boy (Phoenix), giovane gringo solitario e appassionato di esoterismo che ben presto maturerà un’attrazione morbosa per Buffy e una malsana avversione maschile nei confronti di Harry che sfocerà in un tragico finale. Un thriller visivamente interessante ma narrativamente povero che però brilla tutte le volte che Phoenix prende possesso della scena, e non lo dico per dare un’altra mano di glassa sopra al mito, ma perché la sua interpretazione è così vibrante che quasi viene il dubbio che sapesse di dover lasciare questo mondo di famosi mortali prima della fine delle riprese, quasi che ogni secondo sullo schermo fosse stato per lui tanto importante quanto l’ultimo. La sua presenza abita gli spazi aridi e i colori caldi come fossero un tutt’uno di sudore; nella sua vita solo gli altri hanno un passato, come la foto in bianco e nero di Buffy, e questo conferisce al film un’aura di mistica attesa e al suo personaggio un timbro illuminato ma, al tempo stesso, anche maniacale. Le scene mancanti, nelle quali si sarebbe consumata la morbosa attrazione fra Boy e Buffy, sono state sostituite con dei fermi immagine originali e con l’ausilio di una voce narrante over di ispirazione letteraria è stato possibile colmare i vuoti narrativi. Ecco perché il film, più che un inedito recuperato, si presenta come un omaggio a River Phoenix e alla caparbietà con cui Sluizer ha cercato fondi e tempo per terminare un’opera dopo quasi 20 anni, piangendo di gioia sul palco del Berlinale Palast, alla fine della proiezione, nel dedicare il film alla moglie e alla figlia: i due veri bastoni della sua vecchiaia.
Dark Blood [Id., USA 1993-2012], REGIA George Sluizer.
CAST River Phoenix, Jonathan Price, Judy Davis, Rhonda Aldirch.
SCENEGGIATURA Jim Barton, George Sluizer. FOTOGRAFIA Ed Lachman. MUSICHE Florencia di Concilio, James Michael Taylor.
Thriller, durata 86 minuti