Ancora mezzi uomini in viaggio
Peter Jackson ci ricatapulta nella Contea, ci fa entrate nella piccola casetta di Bilbo Baggins e ci riporta indietro di sessant’anni, quando inizia la sua avventura. Una comitiva di nani, capeggiati da Gandalf il grigio, invadono la sua casa, gli fanno assaggiare il gusto dell’avventura, fino al punto di decidere di lasciare tutto per partire per una battaglia non sua.
Non facile impresa da far svolgere a un hobbit, di certo non avventuroso di natura, anzi dedito alle abitudini e al caldo focolare. Il libro, come il film, Lo Hobbit (scritto nel ’37 da Tolkien) si svolge prima della famosa trilogia sull’anello, anzi si può dire che senza il viaggio di Bilbo nessuna trilogia sarebbe mai nata. Per realizzare questo adattamento, perché alla fine sempre di una trasposizione da mezzo letterario a filmico si tratta, il regista decide di utilizzare tutta la tecnologia che il 2012 gli consente. Sfoggia un incredibile 3d, raddoppia i fotogrammi al secondo rendendo le scene di azione ancora più veloci e coinvolgenti. Ciò che affascina e si apprezza è la capacità di coniugare un testo scritto settantacinque anni fa con le tecnologie di oggi senza tradirlo mai. Perché in fondo la fantasia estrema che Tolkien riesce a raccontare su carta e la capacità di inventarsi mondi fantastici così ben definiti vengono esaltati dall’uso conscio che Jackson fa dei mezzi che ha a disposizione. Questo Lo Hobbit va vissuto e visto come un qualcosa a parte, come un film solitario, non come il prequel de Il Signore degli Anelli, per quanto sia la storia precedente, ma va assaporato nella sua interezza senza per forza paragonarlo alla trilogia e al suo successo mondiale. Nell’incessante ricerca di Jackson di mezzi nuovi e del suo migliore utilizzo per ogni film ricorda, con le dovute distanze, la saga di Guerre Stellari di George Lucas, che dopo l’inaspettato successo sembra quasi che pieghi i suoi film come mezzi per poter sperimentare nuovi effetti speciali e tutte le possibilità che negli anni a venire il cinema gli concede. Ovviamente la spada forgiata dagli elfi, che Gandalf dona a Bilbo, si illumina di blu quando orchi o goblin sono nelle vicinanze, proprio come le spade laser dei Jedi di Star Wars. Un aspetto che in questo film si accentua rispetto ai precedenti è il palese desiderio del regista di rendere omaggio alla sua terra natia, rendendo i paesaggi non solo sfondi ma parte integrante del racconto con l’aiuto, anche in questo caso, della tecnologia. Creando ad hoc una spudorata cartolina pro Nuova Zelanda.
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato [The Hobbit : An Unexpected Journey, USA/Nuova Zelanda/Gran Bretagna 2012] REGIA Peter Jackson.
CAST Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, Cate Blanchett.
SCENEGGIATURA P. Jackson, Guillermo Del Toro, Fran Walsh, Philippa Boyens. FOTOGRAFIA Andrew Lesnie. MUSICHE Howard Shore, Neil Finn.
Fantasy/Avventura/Epico, durata 169 minuti.