A PROPOSITO DI BERNARDO BERTOLUCCI…
Il futuro di un borghese
Un’immagine rimane in mente dalla visione del trailer dell’ultima fatica cinematografica di Bernardo Bertolucci Io e te:i due giovani protagonisti ballano abbracciati sulle note della cover italiana di Space Oddity di David Bowie e la macchina da presa balla insieme a loro. Una scena che ricorda un altro film del maestro emiliano, Prima della rivoluzione: Fabrizio balla nel soggiorno di casa con l’amata zia Gina sulle note di Vivere ancora di Gino Paoli.
Entrambe le scene hanno una forte carica emotiva ed esprimono un momento chiave nell’arco di sviluppo del film. In Prima della rivoluzione, per esempio, è il primo bacio tra i due amanti e l’inizio di un amore impossibile. Al suo secondo film da regista, Bertolucci abbandona il popolo di La commare secca per scardinare il ceto borghese, cosa che sarà in seguito un suo marchio di fabbrica, e inizia ad esplorare la gioventù che negli anni ’60 aveva voglia di evadere e crescere in fretta per accaparrarsi un posto nel mondo e le sue nevrosi, dai giovani sessantottini di The Dreamers al tossico di La luna, fino ai gesti estremi dei protagonisti di Ultimo tango a Parigi. Prima della rivoluzione è un racconto di formazione che mescola passione ad ideologia, politica e artistica, con una regia lirica che punta sulla potenza visiva. Anche se il film è molto parlato sono le immagini a durare nel tempo, realizzate con un bianco e nero che esalta i corpi (il magnifico volto di Adriana Asti ne è un esempio) e rivela i paesaggi grigi della Romagna. Ma Prima della rivoluzione è soprattutto un film sul tempo, quello immutabile di Fabrizio e la sua condizione di borghese “costretto a vivere sempre prima della rivoluzione” antitesi di quello del resto del mondo pronto alle trasformazioni. Fabrizio vorrebbe crescere insieme ai suoi coetanei, ma è consapevole che sarà difficile per lui fare quel salto verso il cambiamento, incarnato dalla storia con l’infelice zia Gina, che a sua volta è già consapevole di aver perso tempo e che non vuole amare Fabrizio per non condannarlo ad un futuro che sa di passato. Un racconto drammatico che ricorda i sentimenti che escono anche dal quasi contemporaneo I basilischi della Wertmuller dove l’immutabilità del tempo è ancora più marcata e i suoi protagonisti sono ancora più impotenti verso di essa. Assistere rassegnati al cambiamento, ma sentirsi sempre pronti a scappare e a vivere la rivoluzione, come ancora oggi ci insegna Bertolucci dalla sua “sedia elettrica”. Prima della rivoluzione rappresenta un esempio di quel cinema giovane che nei primi anni ’60 anticipò in qualche modo le tematiche del ’68 insieme a I pugni in tasca di Bellocchio, un tempo passato ma ancora attuale.
Prima della rivoluzione [Id., Italia 1964], REGIA Bernardo Bertolucci.
CAST Francesco Barilli, Adriana Asti, Cristina Pariset, Morando Morandini.
SCENEGGIATURA B. Bertolucci, Gianni Amico. FOTOGRAFIA Aldo Scavarda, Vittorio Storaro. MUSICHE Gino Paoli, Ennio Morricone.
Drammatico, durata 111 minuti