Milano Film Festival, 12 – 23 settembre 2012
Morte della pellicola?
Keanu Reeves è uno dei produttori del documentario diretto da Christopher Kenneally, in cui lo stesso Reeves intervista un gran numero di professionisti del mondo del cinema per raccogliere testimonianze utili a tracciare un quadro, abbastanza esaustivo, dei cambiamenti che il passaggio dalla pellicola al digitale ha provocato nel cinema.
C’è chi, come David Lynch, dichiara di aver chiuso ormai con la pellicola, e chi come Chris Nolan, invece, continua ad utilizzarla, ritenendo che il digitale non abbia ancora raggiunto il suo massimo grado di sviluppo e affidabilità. Sandi Sissel racconta l’emozione della visione dei giornalieri, dopo aver girato sul set, mentre David Fincher li ha sempre odiati e per questo apprezza la possibilità, con il digitale, di poter controllare subito il girato. A questi pareri personali si affiancano, nel film, delle animazioni che illustrano ai neofiti alcuni degli aspetti tecnici del cinema, con particolare riguardo alle riprese e alla fotografia. Viene anche ricordata l’invenzione fondamentale del chip CCD da parte di George E. Smith e Willard S. Boyle nel 1969, che ha portato la Sony a sviluppare la tecnologia alla base delle videocamere digitali. Ascoltiamo così Lars von Trier confessare di aver proposto, quasi per gioco, di inserire tra i punti del manifesto Dogma l’uso del video invece della pellicola. Bisogna giungere agli anni a cavallo tra i Novanta e i Duemila, con film come Festen, Chuck & Buck e produzioni InDigEnt come Tadpole o Personal Velocity per vedere affermarsi il digitale, in contemporanea con la nuova ricerca di realismo nel cinema di quel periodo, un’estetica simile a quella del porno, dei documentari, dei tg. Ma è il trionfo agli Oscar come direttore della fotografia (per The Millionaire) di Anthony Dod Mantle, tra i primi a sperimentare con il digitale, l’evento che rappresenta la definitiva e ufficiale consacrazione di questa tecnologia. Proprio al Danny Boyle di The Millionaire Keanu Reeves racconta di aver pregato Richard Linklater di smettere di girare, esausto, durante le riprese di A Scanner Darkly. Mentre Robert Downey Jr., sul set di Zodiac, urinava qua e là per convincere Fincher a concedergli quelle pause frequenti che invece John Malkovich, quando si usava solo la pellicola, ha sempre considerato troppo lunghe. Il documentario accenna anche al montaggio digitale, alla CGI e alla ILM di Lucas, sempre all’avanguardia (Robert Rodriguez: “Io seguo Obi-Wan”), alla correzione dei colori e all’evoluzione delle nuove videocamere Red e Sony, fino al 3D e al problema dell’archiviazione dei nuovi supporti. Giunge così al termine il viaggio dello spettatore nella storia, tecnologica ma non solo, del cinema contemporaneo. Un percosrso appassionante, ma forse, a dire il vero, un po’ troppo breve…
Side by Side [id., USA 2012] di Christopher Kenneally.
Con Keanu Reeves, David Fincher, Robert Rodriguez, Martin Scorsese.
Sceneggiatura di Christopher Kenneally, fotografia di Chris Cassidy, musiche di Brendan Ryan e Billy Ryan.
Documentario, durata 99 minuti.