Speciale 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
VENEZIA 69 – CONCORSO
Le donne, la guerra, gli uomini e la morte
È presente anche un kolossal in costume fra i diciotto film in Concorso alla 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: è il portoghese Linhas de Wellington, di Valeria Sarmiento, ambientato proprio in Portogallo, nel 1810, mentre le truppe napoleoniche avanzano verso il centro del Paese nel tentativo di raggiungere e superare Torres Vedras, dove il generale Wellington ha fatto costruire delle line fortificate apparentemente impenetrabili.
Linhas de Wellington, però, non è il classico film da guerra, non ci sono battaglie violente o sanguinose. È un film che osserva i fatti della guerra nella vita quotidiana, in particolare delle donne, che vivono in prima persona la sofferenza per la preparazione a una battaglia e le conseguenze della fine di una guerra. Perdono il marito, i figli, e il più delle volte si ritrovano senza un corpo, o una tomba, su cui piangere, ma trovano ugualmente la forza di andare avanti.
Su questo si concentra Valeria Sarmiento, partendo da un ambizioso progetto sulle guerre napoleoniche ideato da Raoul Ruiz, marito della regista, scomparso improvvisamente a cui è dedicato il film. La Sarmiento la fa sua e pone grande attenzione alla sceneggiatura, scritta da Carlos Saboga, nonché ai dettagli dati dal dolore di una guerra, come i morti con la faccia bianca o la violenza che sono costrette a subire le donne, a volte per motivi volontariamente commerciali, altre per soddisfare il bisogno di più uomini. La narrazione, quindi, si sofferma principalmente sulla preparazione di una battaglia che vede protagonisti tutti, dalla vedova al generale, dal bambino alla suora, e la bellezza del film è proprio qui, come si volesse indagare il “dietro le quinte” di un conflitto. Un conflitto che il più delle volte registra solamente combattimenti, ma non l’effetto che questo provoca: follia, disperazione, morte. Grazie anche a un montaggio raffinato e a inquadrature ben costruite, tutto questo assume ancora più importanza, dando il giusto tributo a un momento storico che non va ricordato solamente per i caduti in battaglia, ma soprattutto per tutti coloro che hanno sofferto senza combattere, stando a guardare. L’eccessiva durata è l’unico neo di un film molto lineare, forse troppo, ma la Sarmento è riuscita a trasmettere il suo messaggio: mostrare forti le donne e rendere giusto tributo ai morti eroi di ogni giorno.