Come appiattire un’esistenza
Se dico “Batman”, penso al cartone animato che negli anni ’90 ha inserito il cavaliere oscuro nell’immaginario comune degli eroi mascherati. Parliamo ovviamente della generazione che, all’epoca, era ancora troppo piccola per seguire il protagonista, più verace, dei fumetti originali.
Ciò non toglie che un tempo Batman fosse subito riconoscibile nel panorama dei supereroi, proprio a causa della sua mancanza di poteri sovraumani. Questa scura silhouette riusciva, in pratica, ad abitare a pieno ritmo fumetti, schermi tv e sale cinematografiche, fino all’apice della sua “carriera”, con le iconiche opere di Tim Burton: correvano gli anni 1989 e 1992, ma tutt’ora nessuno si è dimenticato dei lineamenti, non solo del protagonista, ma neanche di Joker/Nicholson, del Pinguino/De Vito, di Catwoman/Pfeiffer, e altri ancora. 
A distanza di vent’anni, complice il compulsivo recupero di ogni tipo di eroe mascherato, il Batman più recente annaspa in scene d’azione e sabbie mobili di asfalto semi-liquido, con dialoghi limitati e (co)protagonisti reiterati senza variazioni da una pellicola all’altra. Esplosioni, sparatorie e costumi da Gran Galà dominano la scena e la versione di Nolan non si discosta troppo da questa tendenza generale. Non è vero che un supereroe vale l’altro, ma il trattamento riservato a questi soggetti (a cui, ricordiamocelo, corrisponde un ben delineato bacino d’utenza) purtroppo resta invariato, a partire dal primo degli ultimi Spider-Man, ormai risalente a un decennio fa. Dopo il bagno di popolarità di cui il cavaliere oscuro ha approfittato, il ventaglio degli eroi è diventato quasi uno squadrone di repliche, rendendosi pressoché intercambiabili tra loro, soprattutto al buio, tonalità dominante di tutti i film del genere. L’uomo americano Wayne, il “self-made hero” è uscito dalla solitudine del suo nascondiglio e ha trovato molti colleghi in fila con lui, talmente tanti che, forse, sarebbe stato il caso per lui di rimanere ancora un po’ in compagnia del fidato Alfred (senza annunciare il ritorno per una buona mezz’ora di film) e aspettare che l’orda di uomini miracolati in calzamaglia fosse passata; avrebbe potuto tornare a farsi valere e apprezzare per la sua identità e la sua originalità di uomo “normale”. Tutto questo significa che l’odierno uomo americano si identifica più con i superpoteri (di un cast molto europeo) che con gli sforzi umani di persone senza origini pseudo-divine? Se almeno i personaggi parlassero, forse le scopriremmo.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno [Dark Knight Rises, USA/UK 2012] REGIA Christopher Nolan.
CAST Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman.
SCENEGGIATURA Jonathan Nolan, Christopher Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE Hans Zimmer.
Cinecomic/azione/drammatico, durata 164 minuti.