Amore fa rima con…?
Leo (Channing Tatum) e Paige (Rachel McAdams) sono due neo sposi giovani, belli e conducono una vita da artisti, sfidando la disapprovazione della di lei famiglia. Questo quadro idilliaco viene frantumato quando la coppia rimane vittima di un incidente e la donna perde la memoria degli ultimi anni trascorsi con il marito, che deve rimboccarsi le maniche e tentare il tutto per tutto pur di riconquistarla.
La memoria del cuore è un film tratto da una storia realmente accaduta, che strizza l’occhio al melò presente in sovrabbondanza nei film “alla Nicholas Spark”, ma che non ci condanna ad un uso eccessivo di fazzoletti durante la proiezione. Non mancano certo i momenti di commozione, ma a causarli, più che una performance eccezionalmente incisiva della pur affiatata coppia protagonista, sono le decisioni che devono prendere, caricate per lo più sulle spalle di Tatum.
Se Paige infatti affronta la scelta della sua vita (di nuovo), Leo vive aggrappato a ciò che era, cercando disperatamente di riavere la moglie che conosceva ed amava. È la manifestazione dello stesso dolore in due forme diverse la vera anima del film, ancor più che la ricostruzione di un’identità, singola e di coppia, ormai perduta. Dolore e rimpianto, in realtà non solo da parte di Leo come ci si aspetterebbe visto che è lui a dover sostenere perennemente lei, ma anche di Paige che riesce a comprendere quanto fossero importanti l’uno per l’altra solo a livello razionale, e non emotivo. E la loro unione era tutto fuorchè razionale.
Attraverso la sofferenza, però, viene data ai due la possibilità di ritrovarsi, bilanciando con questo tocco amaro l’atmosfera romantica che rischiava di diventare ad alto tasso di zucchero, visto che le battute brillanti scarseggiano. La sceneggiatura ha, infatti, il merito di non marciare sul sentimentalismo, ma risparmia parole laddove ne sarebbero servite di più per sdrammatizzare o, perlomeno, per delineare meglio le caratteristiche di Paige e Leo, su cui si poteva fare un maggior lavoro di approfondimento e trasformare un film discreto in qualcosa di migliore.
Fortunatamente, la tenerezza (sorprendente!) che Tatum infonde al suo personaggio riesce a fare da contraltare a quello assai più tormentato di Rachel McAdams, che forse è un poì più dimessa rispetto a quanto l’avevamo vista in film precedenti, come ad esempio Le pagine della nostra vita.