Siamo sempre “benvenuti”
Ci sono film in cui lo spettatore sa già fin dall’inizio come andrà a finire, ed è questo il caso di Benvenuto a bordo. Direttamente dalla Francia arriva una nuova commedia più che prevedibile, e come da tradizione ultimamente, siamo tutti “benvenuti”.
Isabelle (Valérie Lemercier), direttrice delle risorse umane di un’importante compagnia marittima, decide di vendicarsi dopo che il capo/amante l’ha mollata, assumendo l’imbranato animatore Rémy (Franck Dubosc). Quest’ultimo porterà scompiglio a bordo della Costa Atlantica, diventerà il peggior incubo del direttore di crociera (Gérard Darmon) e finirà per innamorarsi della bella “signora capitano” Margherita (Luisa Ranieri). Si tratta di una commedia leggera, e anche un po’ romantica, in cui prendono il sopravvento gag ed equivoci. Si punta tutto sul popolare comico francese Franck Dubosc e sul suo umorismo, nonché sui suoi occhi azzurrissimi. Ma se all’inizio il film è godibile e le battute sono spiritose, con il passare del tempo diventa tutto ripetitivo e già visto. E il finale non rivela sicuramente qualcosa di inaspettato.
A bordo della Costa Atlantica, però, c’è posto per tutto e tutti. Dalle coppie scoppiate a quelle future, dal finto “rimorchiatore” gay agli spettacoli teatrali, dalla capitana triste all’animatore felice. Gli intrecci funzionano, ed è – probabilmente – quello che lo spettatore vuole vedere. Soprattutto perché a bordo di una crociera c’è l’imbarazzo della scelta per le storie da proporre. E da ridicolizzare. A comandare il tutto c’è una Luisa Ranieri cui se da un lato vengono affidate poche battute, dall’altro ha l’onore di farsi interprete del risvolto più commovente dell’intera storia. Benvenuto a bordo si affida quindi principalmente agli attori e ai loro equivoci, ma la crociera non salpa come dovrebbe (e il doppiaggio di certo non aiuta). Ma nonostante tutto non si tratta di un cinepanettone e in Francia ha ottenuto un notevole successo. Anche se – col senno di poi – la scena che richiama Titanic francamente ci fa storcere il naso, considerando che fra i consulenti della produzione c’era pure il famigerato Francesco Schettino. E questa non è una gag del copione, ma è purtroppo la realtà.