Il tiepido inverno di Westeros
Gli ideatori della serie, David Benioff e D. B. Weiss, non potevano deludere le aspettative dei tantissimi appassionati conquistati in tutto il mondo. Da una parte i sempre più numerosi lettori dei libri di Martin, da convincere con una trasposizione fedele di A Clash of Kings, dall’altra i telespettatori, orfani del Primo Cavaliere del re e in attesa di scoprire se l’arrivo dei draghi avrebbe finalmente infiammato la guerra per il Trono di Spade.
A distanza di un anno ritorna, quasi in contemporanea con gli USA, la serie-tv più entusiasmante del 2011. Il lavoro fatto dall’HBO si conferma di qualità. La stagione, nel suo insieme, riesce a essere avvincente grazie a un cast e un impianto scenico allestito ancora una volta con cura, un uso sempre deciso di sesso e violenza, un linguaggio consono al mondo cinico e severo rappresentato. Tutto ciò, nonostante qualche piccola fase di stanca, qualche difetto congenito insito nella natura seriale che si traduce in un ritmo forse meno sostenuto di quanto era lecito aspettarsi.
A Westeros, le teste continuano a cadere come foglie, ma non è l’inverno che minacciava di portare con sé creature millenarie narrate in storie d’altri tempi. I freddi venti del Nord tarderanno ad alzarsi, bisognerà attendere per vedere il primo fuoco dei draghi. Se ai lettori dei romanzi era noto il prosieguo del racconto, per i telespettatori la trama diventa più articolata e i tanti pretendenti al trono fanno presto capire che sarà una stagione intermedia in cui conosceremo personaggi che devono ancora giocare un ruolo fondamentale nella storia. Uno di loro è Stannis Baratheon, fratello di re Robert e suo legittimo erede. Con lui Melisandre, i compagni di viaggio di Arya, i tredici di Qarth, i Greyjoy delle Isole di Ferro. Nuovi interpreti, nuovi patti e scontri fratricidi tra le casate che si preparano alla guerra. Ad Approdo del Re diventano più fitti gli intrighi di corte mentre, in tutto il reame, storie d’amore distraggono re e cavalieri dalle loro battaglie. Ma la seconda di Game of Thrones è soprattutto la stagione dei comprimari: uomini (e donne) d’onore, mercenari, traditori e umili servitori, si ritagliano uno spazio importante, rubano spesso la scena ai protagonisti e, meglio di loro, incarnano virtù e viltà del popolo dei Sette Regni. Restano in secondo piano anche la magia e il soprannaturale. Non sono sempre presentati con grandi soluzioni visive ma (re)introdurli con moderazione è utile a preservare l’aura più leggendaria che hanno nei racconti diegetici e, come al termine della prima stagione, sono funzionali ad alimentare l’interesse per il prossimo capitolo.
Sul difficile confronto tra libro/i e trasposizione televisiva potremmo dire che, a fasi alterne, si bilanciano meriti e demeriti di entrambi. Molti passaggi di A Clash of Kings, pur riassunti o modificati, sono ben girati. Altri, anche identici al romanzo, sono meno entusiasmanti. Senza grandi sussulti, seguiremo, ad esempio, il cammino di Khaleesi nel deserto e quello di Jon Snow oltre la Barriera. Nonostante quasi un’ora per ciascun episodio, in alcuni di essi è come se non ci fosse abbastanza tempo per raccontare tutto ciò che Martin amava descrivere dettagliatamente. In altri momenti – paradossalmente – le migliaia di pagine scritte dall’autore americano non evitano quella sensazione di vuoto narrativo che si avverte a ¾ di stagione in quasi tutte le serie-tv, quando sembra palese la necessità di “allungare un po’ il brodo” per concentrare l’azione nel finale ad effetto (caso eclatante, in questo senso, la seconda stagione di The Walking Dead). Ad ogni modo, come già detto, i tanti pregi rendono perdonabili alcune scelte infelici e il finale ripaga le flessioni precedenti. Meriterebbe una recensione a parte proprio il paragone tra gli episodi 9 delle due stagioni che oltre ad essere i migliori, sono equivalenti, speculari, carichi di simbolismi (per come ribaltano le prospettive di alcuni personaggi) e chiudono rispettivamente le stagioni prima che l’ultimo episodio faccia da introduzione a quella successiva.
Rivedremo la serie a primavera 2013. Ora che il gioco dei troni è entrato nel vivo, per i fan sarà davvero un lungo inverno.