Per una volta parliamo di sport. Gli appassionati sanno che domenica è stata una giornata eccezionale. Complice la globalizzazione delle competenze calcistiche, per esempio, niente di ciò che è avvenuto in Italia ha saputo bilanciare il fascino dei minuti finali di Manchester City-QPR. Chi scrive queste righe è interista. E dunque il lettore potrà capire quanta comprensione c’era per il quasi suicidio del City.
In panchina l’ex tecnico nerazzurro Mancini, in campo nelle fasi finali lo sfasciacarrozze Balotelli, i tifosi in lacrime perché erano in svantaggio in casa nella partita decisiva contro una formazione modestissima, per di più in 11 contro 10. Un tipico smacco alla nerazzurra (vedi Lazio-Inter nel 2002).E poi ecco il miracolo: due gol nei minuti di recupero, lo scudetto riacciuffato in extremis, per di più strappato dalle mani dello United (quindi all’altra parte della città, quella vincente), e festa dopo 44 anni di digiuno. La retorica di solito afferma: nemmeno Hitchcock avrebbe potuto realizzare un thriller così emozionante.
E invece lo sport – quando è pulito – è di per sé cinematografico. Non solo perché utilizza e seleziona tecniche di ripresa testate nei film e applicate alla diretta (e un giorno bisognerà scrivere un’analisi delle scelte estetiche di Sky sul calcio e delle narrativizzazioni che comportano), ma anche perché funziona come un melodramma tonante. Anche il giro di campo di Del Piero, nell’anno dell’addio alla Juve e nell’anno del primo scudetto bianconero post-calciopoli, con lo Juventus Stadium inondato di lacrime, è stato un bel melodramma; mentre a Milano erano tanti i senatori a dare l’addio, con altrettanto profluvio di lacrime e persino un bel gol di Inzaghi che ha esultato piangendo come Tardelli nell’82, forse facendo una citazione vera e propria.
E poi domenica c’è stato il mélo (al Montmelò non a caso) di Maldonado, pilota colombiano sconosciutissimo, capace di dar la paga ad Alonso e agli altri, mentre Frank Williams su sedia a rotelle – l’handicap è il più nobile dei tratti del melodramma – esultava in lacrime dopo tanti anni in cui la sua scuderia non vedeva la vittoria. Poche ore dopo, ecco l’incredibile finale nell’Eurolega di Basket: gli sfavoriti dell’Olimpiacos di Atene rimontavano contro l’armata del CSKA Mosca e vincevano il trofeo europeo all’ultimo sostenuti dal tifo – mai accaduto prima – anche dei rivali del Panathinaikos, che sentivano patriotticamente l’alloro come una rivincita della vituperata Grecia nello scenario della Ue. Brividi.
Tacciamo della finale di tennis di Madrid, del ciclismo, dell’eroe Guidolin, del Montpellier in Francia e di altri momenti da lacrima movie, sicuri che è stata una domenica particolare e che tante altre scuse narrative per ubriacarsi di sport emergeranno in futuro.