Just like starting over
LennoNYC, documentario di Michael Epstein che ricostruisce con accuratezza gli anni newyorchesi di Lennon, dall’arrivo al Greenwich Village nel 1971, insieme a Yoko Ono, fino alla tragica morte nel dicembre 1980, si apprezza per la rarità delle fonti utilizzate.
Tra queste, spicca per l’effetto emotivo sullo spettatore la straordinaria registrazione audio del figlioletto della coppia di artisti, Sean, che canta a John With a Little Help from My Friends, definendola la sua canzone preferita. E Lennon non riesce neanche a ricordarsi il titolo della canzone, inizialmente, a testimoniare la rimozione quasi totale dell’esperienza beatlesiana da parte di Lennon.
Ma questa non è l’unica perla del film, suddiviso in capitoli da didascalie che accompagnano con date precise gli outtake musicali (tra cui una versione di Mind Games con il testo diverso), in cui Lennon, in sala di registrazione, mostra tutto il suo senso dell’umorismo, quando non manifesta evidenti alterazioni della coscienza di origine prevalentemente alcolica. Infatti, nel periodo di separazione da Yoko, dopo averla tradita davanti a tutti a una festa, nella notte della vittoria di Nixon alle elezioni, John, trasferitosi a Los Angeles, sostituisce la dipendenza affettiva dalla compagna con il ricorso a bottiglioni di vodka, il che gli causa anche duri contrasti con Phil Spector, produttore dell’album Rock’n’roll.
Non è quindi un santino, LennoNYC, per fortuna, e riesce a descrivere la complessità della personalità di Lennon, caratterizzata, secondo le dichiarazioni raccolte, di compagni, amici e della stessa Yoko, da un’estrema onestà, un’incapacità di recitare, una schiettezza che sconfinava, nei momenti peggiori, anche nella sgradevolezza. Un senso di libertà dalle costrizioni sociali, che è anche alla base del trasferimento di Lennon a New York dove, malgrado tutti i problemi burocratici e politici per la green card, John sfugge all’invadenza della stampa britannica e alla beatlemania ancora imperante in Europa.
LennoNYC racconta, dunque, il Lennon attivista e pacifista, genio mediatico che salva John Sinclair dalla prigione, supporta la campagna elettorale di McGovern, organizza per beneficenza l’One-to-one Concert, rinnova le speranze dei delusi dal flower power. E poi, diventato padre, si ritira a vita privata, per tornare, infine, con Double Fantasy, alle radici della sua musica, il rock’n’roll, prima che cinque colpi di pistola lo consegnino al mito.