Shonda Rhimes mette la sua firma alla storia di Carlotta e le altre
Si stringano i corsetti, si raddrizzino i panciotti, si aggiustino le parrucche. Tutto è pronto per tornare nei saloni di ricevimento di Bridgerton, adattamento dei romanzi di Julia Quinn, un mondo pop-femminista, capace di mostrare con piccoli cenni le disuguaglianze sociali e di genere.
Mentre il pubblico attende la terza stagione della serie, Shonda Rhimes – che non era né creatrice né sceneggiatrice della serie pur avendone dato l’imprimatur -, con il suo linguaggio e con la sua grammatica inclusivi in tutti i sensi, realizza uno spin-off prequel in cui narra la storia della Regina Carlotta, uno dei personaggi più iconici delle prime stagioni della serie romance.
Con i suoi sei episodi, La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton entra nel catalogo Netflix dal 4 maggio 2023 per far godere lo spettatore con i suoi bei costumi, le riflessioni post-razziali e il sesso. La stagione si costruisce su due linee temporali, il passato e il presente, per assistere alla crescita della regina, interpretata da adulta da Golda Rosheuvel e da giovane da India Amarteifio, monarca arguta e giusta. Si tratta di “finzione ispirata ai fatti” ricorda la voce narrante: la nostra Carlotta è una versione reinventata della vera regina di Meclemburgo-Strelitz, sposata con Giorgio III, il “re matto”. Arrivata dalla Germania per unirsi in matrimonio, Carlotta, mentre sta tentando la fuga per non sposarsi, incontra Giorgio (Corey Mylchreest); è amore fin dal primo momento. L’uomo però nasconde un segreto, il disagio mentale, tema trattato con delicatezza ma senza sconti, che lo scuote e che lo spinge a tenere lontana la sposa. La regina Carlotta pone al centro le figure femminili che lo spettatore ha imparato a conoscere: la stessa Carlotta, Lady Agatha, sposa infelice, e Lady Violet, vedova triste pronta ad innamorarsi. E partendo da loro si concentra sulle categorie sociali relegate spesso ai margini. Sono figure che non vogliono più essere mere incubatrici, inferiori rispetto a chiunque, mogli in matrimoni combinati, combattono le loro piccole e grandi battaglie, , sole devono trovare sé stesse e l’indipendenza appoggiandosi le une alle altre. La regina Carlotta si fa quindi mistica femminile sull’essere donne, sui sentimenti e sul sesso, sul rapporto con l’altro aprendo così varchi di intimità.
Quello costruito da Bridgerton è un universo alternativo in cui finzione e realtà si mescolano, in cui l’anacronismo diventa cifra stilistica e il pubblico si sente libero di esercitare una certa sospensione dell’incredulità che rende più godibile e interessante lo show. La serie è una storia d’amore e solitudine, di indipendenza e ingiustizie, di regole imposte e gesti ribelli capaci di cambiare la società; un capitolo attento alla logica del suo mondo narrativo utile a espandere gli universi di Bridgerton.