Comico Eroticus
Gerlando Buzzanca (1935-2022), noto a tutti come Lando, è stato assurto a simbolo del filone comico-sexy all’italiana, non la frangia più pecoreccia delle varie soldatesse e poliziotte ma quella più autoriale in cui le gesta amatorie del nostro erano permeate da un alone raffinatamente malizioso, piuttosto che dall’erotismo da caserma che vedeva protagonisti Alvaro Vitali et similia.
Ma il percorso cinematografico di Lando Buzzanca inizia in altri contesti quando la commedia sexy doveva ancora nascere e di cui l’attore palermitano sarà uno dei precursori.
Dopo aver fatto la comparsa in Ben-Hur (1959) di William Wyler viene scelto da Pietro Germi in un piccolo ruolo per il suo Divorzio all’italiana (1961) in cui Lando inizia ad abbozzare la caricatura dell’uomo del sud, stretto tra morigeratezza e senso dell’onore che poi amplierà nel successivo Sedotta e abbandonata (1964) sempre diretto da Germi. In questi film non è ancora presente la figura esasperata dell’homo eroticus che poi gli verrà imposta per diversi anni, ma vediamo in Buzzanca una figura tragicomica maggiormente schiava delle arcaiche convenzioni del Mezzogiorno e non ancora travolta dalla rivoluzione sessuale. Dopo aver interpretato altri piccoli ruoli in film autoriali come La parmigiana (1963) di Antonio Pietrangeli e I mostri (1963) di Dino Risi, Buzzanca diventa uno dei nuovi volti comici del cinema popolare italiano a fianco di Franchi e Ingrassia con i quali recita in I marziani hanno 12 mani (1964) e di Raimondo Vianello con cui costituisce una coppia di breve durata nelle fiacche parodie western Ringo e Gringo contro tutti (1966) e Per qualche dollaro in meno (1966). Ma in questa stagione di parodie Buzzanca trova un posto d’onore come protagonista in James Tont operazione U.N.O. (1965) una gustosa rivisitazione comica del mito di Bond che, con il seguito James Tont operazione D.U.E. (1966), permette al nostro di iniziare a imporsi come mattatore dando libero sfogo al suo umorismo malizioso e alla sua mimica mobile. Nella sterminata produzione commerciale di commedie e film comici che innerva tutti gli anni Sessanta, Buzzanca inizia a intraprendere il suo personalissimo viaggio verso l’eros e il suo oscuro oggetto del desiderio: le donne!
Sono pellicole come L’idea fissa (1964), Extraconiugale (1964) e Letti Sbagliati (1965) in cui inizia a farsi strada quella dimensione comico-erotica che poi aprirà la strada nel decennio seguente alla cosiddetta commedia sexy e Buzzanca inizia proprio qui ad accentuare con toni grotteschi la figura del maschio latino, non più così schiavo di convezioni e tabù ma pronto a trasgredire nel nome di una rivoluzione sessuale in fieri.
Prima di (stra)volgere in forsennata parodia la propria figura di latin lover Buzzanca è protagonista del Don Giovanni in Sicilia (1967) di Alberto Lattuada (tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati) che resta uno degli esiti migliori dell’attore siciliano all’interno della commedia d’autore.
Con gli anni Settanta il mito buzzanchiano si consolida tanto sul versante cinematografico che su quello televisivo e se nel primo caso da libero sfogo a una decostruzione grottesca del maschio latino, nel secondo conserva un certo aplomb (richiesto anche dalla Rai democristiana) come nel film per la Tv Il cenerentolo (1969) ma specialmente nel brillante varietà televisivo Signore e signora (1970) a fianco di Delia Scala.
Alcuni Buzzanca Movies, usciti in quella temperie culturale, si ricordano più che altro per i titoli bizzarri come il mediocre La prima notte del dottor Danieli, industriale col complesso del… giocattolo (1970). Restano invece emblematici film del calibro di Homo Eroticus (1971) di Marco Vicario, sullo sfruttamento della virilità meridionale da parte del nord industrializzato, Il merlo maschio (1971) di Pasquale Festa Campanile, delirio erotico-surreale modellato sulle forme di Laura Antonelli, e Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le donne (1972) di Lucio Fulci, che ebbe non pochi problemi con le tenaglie censorie della D.C.
In questi anni il corpo-comico di Buzzanca diventa uno strumento per sbeffeggiare perlopiù un certo moralismo puritano, talvolta servendo anche da grimaldello per scardinare tematiche socialmente impegnate come in L’uccello migratore (1972) di Steno o ne Il sindacalista (1972) di Luciano Salce, ma più spesso la sua maschera da comico eroticus era impiegata in farse di facile consumo.
Buzzanca dopo aver sfiorato persino la dimensione onirica nel curioso Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in Brianza (1975), con Il gatto mammone (1975) interpreta il migliore dei suoi ultimi lavori all’interno del filone comico-sexy per poi semi-eclissarsi con l’approssimarsi degli anni Ottanta. Di questi anni Ottanta per Lando resterà solamente la sua folgorante presenza a fianco di Jerry Calà in Vado a vivere da solo (1982), l’addio di un ormai attempato viveur al cinema, media che non riuscirà più a ritagliarli ruoli adeguati confinandolo ben presto nella fiction televisiva.