Storia di una donna e di una fotografa coraggiosa
Palermo, 1951. La sedicenne Letizia Battaglia, per fuggire dalla severità del padre, si sposa con Franco e ha tre figlie. Qualche tempo dopo si ammala e viene ricoverata ripetutamente. Uscita dalla clinica, l’incontro con il fotografo Santi Caleca le dà la forza di lasciare il marito e portare con sé le figlie. Chiede lavoro a Vittorio Nisticò, direttore de L’Ora di Palermo, che le dà una possibilità. Si trasferisce a Milano con Santi, ritorna poi a Palermo al giornale con cui collabora come fotografa e lì, insieme al nuovo compagno Franco Zecchin, inizia a documentare la guerra tra mafia e istituzioni.
Susan Sontag in Sulla Fotografia – Realtà e immagine nella nostra società (1973) parla di come le fotografie non possano creare una posizione morale, ma possano rafforzarla. Ed è questo che fa l’opera di Letizia Battaglia, la prima fotoreporter donna, fotografa come ama definirsi lei “contro la mafia”, ma non solo.
Nelle sue fotografie, in bianco e nero, ci sono rispetto e condivisione per chi non c’è più, c’è il suo sentire, un senso profondo che fa riflettere. Lei è il suo sguardo che determina e costruisce il mondo e sé stessa, in grado di entrare nello spazio e immortalare. Proprio il guardare è centro di Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa, miniserie in due puntate per Rai 1 di Roberto Andò. È piccola Letizia quando un uomo le mostra i genitali. Racconta tutto al padre ma viene sgridata e rinchiusa in casa con l’ordine di camminare sempre con gli occhi bassi, guardando a terra. Aveva dieci anni. Da quel momento cresce in lei il desiderio di libertà che tutti le vogliono negare. Andò, nei due episodi, segue un lungo arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai giorni nostri e riesce a narrare in modo efficace la straordinaria esistenza di Letizia – interpretata da una meravigliosa Isabella Ragonese – fragile ma caparbia, talentuosa fotografa dotata di occhio poetico e cronachistico insieme, capace di raccontare i corpi dilaniati da Cosa Nostra e le bambine in cui ritrova il suo stesso sguardo pieno di voglia di giustizia, velato di tristezza, eppure mai intriso di rassegnazione. Nella prima parte, al centro della storia, c’è la Letizia meno conosciuta, fragile e insicura in balia di una società che la emargina in quanto donna; nella seconda c’è la fotografa nota ai più, sicura e combattiva.
Solo per passione – Letizia battaglia fotografa è un viaggio lungo e non senza strappi, di andate e ritorni, di prese di posizione e gesti rivoluzionari. Un percorso di conoscenza ed emancipazione di una sedicenne in fuga dal padre, di una donna adulta in fuga dal marito – entrambi maschilisti, soffocanti e aggressivi – che è pronta a mettersi in gioco diventando giornalista e poi fotografa. Così Letizia si libera. È un atto rivoluzionario quando, a quarant’anni e con tre figlie da gestire, bussa alla porta de L’Ora per iniziare la sua rinascita. Quella che prima è solo una storia personale, di crescita e affrancamento, diventa storia dell’intero Paese, quando Letizia si stringe alla sua macchina fotografica e alla sua città. Mentre il sangue sgorga, giornalisti e uomini di giustizia vengono uccisi, diventa la più importante reporter dei suoi giorni, sfidando un mondo prevalentemente maschile e maschilista, che non le fa sconti, umiliandola e sbarrandole la strada. Con lo spirito libero, l’animo inquieto, il coraggio che solo un’anima sensibile e delicata possiede, la fotografa compone un’immagine chiara e intensa di Palermo e la narrazione cambia verso facendosi tesa, cupa, dolorosa. Solo per passione, grazie al corpo attoriale di Ragonese, porta sullo schermo una biografia intensa che procede con serietà e profondità nella vita di una donna anticonformista, ribelle, brusca, scostante ma di grandissima generosità, testimone coinvolta e coinvolgente della Storia. Il film di Roberto Andò consegna momenti di estrema sofferenza e altri lirici in cui si ammira la divina energia creatrice di una grande narratrice del nostro tempo che con il suo atto sovversivo (fotografare) ha spinto al pensiero.