Sette giorni di cinema con Hazavanicius e Farhadi
Anche quest’anno, come da tradizione, il premio internazionale alla migliore sceneggiatura, intitolato proprio ad Amidei, verrà conteso tra nove lungometraggi europei usciti nella stagione 2021/2022, con particolare attenzione proprio alla qualità della scrittura. Sarà l’occasione per vedere o rivedere titoli chiave della stagione, spesso poco circolati in sala, come Scompartimento n.6 di Juho Kuosmanen, Piccolo corpo di Laura Samani, Il ritratto del duca di Roger Michell, Illusioni perdute di Xavier Giannoli, insieme a colossi italiani come Marx può aspettare di Bellocchio, Qui rido io di Martone e Ariaferma di Leonardo Di Costanzo. A completare la competizione Il capo perfetto di Léon de Aranoa e I fratelli De Filippo di Sergio Rubini. La decisione finale spetta alla giuria composta da personalità come Francesco Bruni, Marco Risi e Francesco Munzi.
Ma il pezzo forte di quest’anno, forse, è quello racchiuso nei due nomi che compongono il Premio all’opera d’autore: sono Michel Hazanavicius e Asghar Farhadi. La manifestazione goriziana porta in città due tra i maggiori registi dell’oggi, nomi chiave del contemporaneo già ampiamente premiati, basti ricordare i rispettivi Oscar (Hazanavicius per The Artist come miglior film nel 2012, Farhadi per Una separazione e Il cliente come miglior film straniero nel 2012 e nel 2017). A loro verranno dedicate le retrospettive, andando indietro a passo di gambero, alla scoperta o riscoperta delle rispettive filmografie, anche nelle curve più occulte e meno conosciute: tra le proiezioni c’è il film d’esordio dell’iraniano, Raghs dar ghobār del 2003, e la parodia della spy-story inscenata dal francese, Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo (2006). Da notare come la kermesse abbia scelto due cineasti opposti, a distanza quasi siderale tra loro: da una parte un autore che tesse dubbi etici stratificati e complessi, rinnovando la scuola del cinema iraniano che nei decenni si era esaurita; dall’altra un francese capace di ottenere un compromesso tra cinema d’autore e grande pubblico, proponendo sempre uno stile colto e fatto di cinefilia, ossia nutrito dell’epoca del muto, dei film degli 007, della riscrittura di Godard e dello zombie movie.
Una proposta volutamente eterogenea che vuole offrire due ipotesi di cinema e due possibilità di messa in scena, corteggiando due tipi di occhio, appagando due modalità di sguardo. Entrambi i registi saranno a Gorizia a ricevere il premio in un incontro pubblico, concretizzando così il vero senso di una manifestazione cinematografica post-Covid: la presenza dal vivo, la formula dell’incontro con l’autore, che nell’epoca della reperibilità tecnica dei film diventa perfino più importante della stessa proiezione. Insomma sarà un privilegio per il pubblico incontrare, ascoltare e dialogare con i cineasti, un’opportunità che nessuna piattaforma potrà mai offrire.
Il Premio Amidei non è solo questo. Tra gli eventi imperdibili, nell’anno del centenario, troviamo la sezione “Pasolini sceneggiatore” a cura di Mariapia Comand, che propone i suoi copioni scritti per registi come Bolognini, Vancini e Bertolucci. La sezione Sguardi indipendenti viene dedicata allo sceneggiatore e regista Gianclaudio Cappai, mentre il suo spin-off Agorà, novità di quest’anno, si concentra su Francesca Mazzoleni, la regista di Punta Sacra. Molte altre sarebbero le iniziative da segnalare, dalle presentazioni dei libri alla sezione dedicata alla serialità televisiva, fino allo spazio per i lavori degli studenti del Dams e all’iniziativa Amidei Kids rivolta ai più piccoli. Sette giorni di cinema denso, in carne e ossa, su grande schermo nelle sale cittadine, nel luogo di confine tra Italia e Slovenia: un modo per riaffermare la presenza sul territorio, con i registi e tra le persone. Qui il programma integrale.
I film in concorso