Dichiarazioni
Tratta dai graphic novel di Alice Oseman, Heartsopper è un piccolo gioiello della serialità per tutta la famiglia. Una storia per crescere insieme.
Si possono ancora raccontare vicende semplici e “naturali” anche in questo 2022 funestato da tante disgrazie, e soprattutto lo si può fare in un colosso dello streaming come Netflix: Heartstopper è un esempio di ottima serialità che non ammicca a un pubblico di riferimento ma può essere il classico prodotto da vedere in famiglia.
Tratto dalle graphic novel a volumi di Alice Oseman, l’opera ci presenta la storia di Charlie, gay dichiarato, che fa la conoscenza di Nick, il “belloccio” capitano della squadra di rugby della scuola maschile frequentata dai due ragazzi; la loro amicizia pian piano diventerà qualcosa di più. Non è solo una semplice vicenda di amore omosessuale nell’adolescenza, ma anche di crescita, bullismo, amicizia e discrimanzioni. Heartsopper è una storia normale, interpretata con delicatezza da tutti gli attori e diretta con uno stile cinematografico ben riconducibile – figlia di un’estetica che ammicca alle commedie adolescenziali anni Ottanta sullo stile di Breakfast Club -, che tutti noi forse abbiamo vissuto, un’amicizia tra opposti: il leader della scuola e il loser deriso da tutti, una storia di coraggio dove anche riconoscere sé stessi è una conquista. Nick si affezionerà a Charlie con una semplicità e una devozione nei confronti dei propri desideri e di quelli dell’amico che non svolta in momenti maliziosi o banali.
Il loro è un rapporto rispettoso che se ne frega delle regole e degli stereotipi; nessuno dei due ostenta, semplicemente si conoscono, si studiano e poi valutano come agire tra di loro e in rapporto al contesto ottuso dove vivono. Dalle graphic novel Heartsopper prende alcuni elementi grafici che sottolineano i sentimenti e le emozioni dei protagonisti e la struttura lineare che ricorda lo scorrere degli occhi nelle tavole disegnate. Una serie da vedere in famiglia per comprendere come, a volte, non è mai scontato dirlo, il bullismo e le derisioni nascano da un sentimento inespresso o dalla poca maturità psicologica: fare i gradassi con i deboli è sinonimo di pochezza intellettuale, intesa come pensiero critico nei confronti della vita e mancanza di autostima.
L’opera è adatta alla visione in famiglia anche per come traccia la difficoltà degli adulti ad ascoltare e a capire gli adolescenti: risulta in questo senso molto efficace la sequenza in cui Nick dichiara alla madre la propria bisessualità, una fugace ma sempre incisiva Olivia Colman. Quel “Grazie di avermelo detto. Scusa se ti ho dato l’impressione che non potessi farlo”, è una dichiarazione di impotenza che tutti dovremmo seguire e capire. Non c’è sesso, non ci sono volgarità, non si urla, scorrono solo le giornate di due ragazzi normali: una storia d’amore adolescenziale, una rappresentazione positiva e utile soprattutto alle nuove generazioni e ai “nuovi” genitori. Delicato e veritiero, da preservare come l’adolescenza.