Licantropi, vampiri e non morti corazzati, cosa chiedere di più?
Resident Evil Village riprende le avventure del protagonista Ethan Winters e della sua sventurata famiglia. Ethan e Mia, finalmente insieme, vivono con la figlia di pochi mesi, Rose, quando Chris Redfield irrompe nella loro casa e rapisce la piccola. Ethan è poi trasportato in un paese dell’Europa orientale per cominciare il suo viaggio alla ricerca della figlia scomparsa.
La saga di Resident Evil, nata nel lontano 1996, ha gettato le basi per la definizione di un nuovo genere, il survival horror, promuovendo il ritorno in auge della figura dello zombie nella cultura di massa degli anni Novanta. La serie contribuì a ristrutturare in toto il genere horror nei videogiochi offrendo numerosi contributi che vennero ripresi nelle reiterazioni e nei suoi cloni.
Resident Evil Village presenta una trama molto avvincente, ben ritmata e congegnata, tra il paranormale e lo pseudo-scientifico, che si articola tra momenti inquietanti e fasi molto concitate di action puro. Il risultato è un Resident Evil non del tutto atipico ma di certo nemmeno caratterizzato da quel clima ansiogeno che è diventato, negli anni, la cifra stilistica che contraddistingue la saga: in questo caso la paura psicologica è in parte abbandonata per favorire un gameplay più adrenalinico e coinvolgente. La mappa è composta da macro-aree (villaggio rurale, castello Dimitrescu, la classica villa infestata) nettamente divise tra loro ma al tempo stesso sapientemente sfumate grazie all’ottimo level design. Il gioco, tramite le ambientazioni e la narrazione, dà vita a un racconto corale in grado di far dialogare tra loro i topos classici del genere horror. Il bestiario è molto più variegato e complesso rispetto ai capitoli precedenti della saga, varietà che contribuisce non poco al divertimento provato dal giocatore nell’abbattere i nemici. Nelle diverse aree di salvataggio, invece, ci imbatteremo nel personaggio del Duca, grazie al quale potremo accedere allo shop di gioco e spendere i nostri “lei” per accedere ai numerosi equipaggiamenti e potenziamenti per le armi. Inoltre, tramite la cucina del Duca potremo preparare dei piatti unici, a base di carne o pesce, in grado di garantirci dei buff permanenti. Per farlo, però, dovremo eliminare tutti gli animali che incontreremo durante la nostra run e raccoglierne i resti; stupisce, quindi, che Resident Evil Village sia stato premiato come il gioco più ecologico del 2021.
Resident Evil Village ha una doppia natura: da un lato è un evidente omaggio ai tradizionali giochi della serie (sono chiari i riferimenti al classico Resident Evil 4 del 2005), mentre dall’altro rappresenta e conferma una netta presa di posizione rispetto al futuro della saga. Il gioco risulta, in ultima analisi, molto divertente e avvincente, ben realizzato dal punto di vista tecnico e del gameplay. Manca, tuttavia, la sensazione di terrore incombente cui la serie ci aveva abituati (vedi per esempio l’implacabile Nemesis del terzo capitolo), ma allo stesso tempo è ricco di sequenze mozzafiato che ci permettono di collocarlo tra i punti più alti della saga.