Apocalisse-robot, famiglia, Cane-Maiale-Paneincassetta
Katie Mitchell è un’aspirante regista del Michigan. Eccentrica e sognatrice, spesso si scontra con suo padre Rick, pragmatico e tecnofobo. Un giorno la vita di Katie cambia. Scopre infatti di essere stata accettata a una scuola di cinema in California. La sera prima della partenza però padre e figlia litigano e accidentalmente Rick le rompe il laptop. Temendo una rottura inesorabile e deciso a cambiare le cose, Rick annulla il volo per la California di Katie decidendo di accompagnarla in auto in un viaggio di famiglia assieme alla madre Linda, il fratello più piccolo Aaron, e il cane Monchi. Nel frattempo l’imprenditore Mark Bowman dichiara obsoleta l’A.I. PAL da lui creata rimpiazzandola con dei robot domestici: sarà l’inizio di un’escalation apocalittica di eventi che segnerà la fine della vita sulla Terra… o quasi.
In produzione ci sono Phil Lord e Christopher Miller (21 Jump Street, 22 Jump Street). Due autori che tra The Lego Movie e relativi sequel (Lego Batman – Il film, The Lego Movie 2: Una nuova avventura) e l’Oscar 2019 al Miglior film di animazione Spider-Man: Un nuovo universo hanno dimostrato di avere un gran fiuto per il cinema animato. Ecco, I Mitchell contro le macchine di Mike Rianda e Jeff Rowe (Gravity Falls), è un po’ la sorpresa che non ti aspetteresti. Un’opera entrata in punta di piedi nel catalogo Netflix eppure custode di una magia filmica irresistibile. Qualcosa di cui s’è accorto anche il regista Bong Joon-ho (The Host, Madre, Parasite) che non a caso lo ha inserito tra le sue visioni eccellenti del 2021.
La prima volta che sentiamo parlare de I Mitchell contro le macchine è nel 2015. Anno in cui Rianda venne convocato dalla Sony Pictures Animation per discutere di alcune proposte di lungometraggio. Tra queste prese sempre più piede l’idea di un film che combinasse le sue esperienze familiari con il fascino infantile per i robot. Realizzò così un piccolo manifesto su cui candeggiava “Control-Alt-ESCAPE!”. Scritta che nel parafrasare la più celebre scorciatoia da tastiera “Ctrl-Alt-Canc” riesce a cogliere e restituire l’essenza stessa della sua opera prima.
Quel I Mitchell contro le macchine che nel servirsi di un linguaggio filmico innovativo e vivace che vede contaminate le tipicità del cinema fantascientifico di meta-cinema raffinato e di estetiche videoludiche, social, e perfino di meme demenziali, disegna un avventuroso viaggio narrativo su strada inteso come esplicitazione degli archi di trasformazione che nella ricerca del proprio posto nel mondo vede infine un’unità familiare ritrovata, nuova e più solida. L’innovazione al genere offerta da Rianda e Rowe sta però nella causale dello stile animato. Non unicamente fine a sé stesso ma un linguaggio giustificato dalla fantasia della Katie cineasta e coscienza del racconto. I Mitchell contro le macchine è un piccolo capolavoro d’azione fantascientifica vestito d’animazione; un film imperdibile.