Sotto la sagoma di un disegno
Un corpo smembrato è un libro smembrato. Nella sua forma esteriore infatti si assapora già quello che andremo a leggere al suo interno: la sua sovraccoperta è come se fosse una pelle che si estende e che, distaccandosi dal suo corpo, diventa un piccolo poster con l’immagine di Marina, la protagonista della storia narrata dal duo Filippelli-Canestrari. Dentro, l’oggetto che teniamo tra le mani, è fatto di un organismo di luce e abisso.
Marina sogna di trascendere la vita di provincia: vuole diventare un’artista, una scultrice, per la precisione.
Ma le angosce sono tante, gli incubi provocano ansie e non permettono di estendere il proprio sé all’infuori della routine di un’esistenza che incatena i sogni e le aspirazioni. Le pagine completamente nere e asfittiche si contrappongono a quelle quasi bianche, che a loro volta sono solcate da disegni che perlopiù rappresentano corpi, volti, ombre sfuggenti o nature morte. Nel mezzo a quelle ve ne sono altre che invece contengono, con più ampiezza, gli spazi all’interno dei quali quelle figure agiscono e si muovono. La battaglia di Marina dentro questi lugubri luoghi è quella di una donna che cerca di dare un senso alle sue azioni e alla sua arte: l’impossibilità di far materializzare le proprie opere dipende dall’impossibilità di ottenere una reale indipendenza dalla forma prestabilita del proprio corpo. Questo ce lo fa pensare anche una delle tavole più emblematiche di tutto il lavoro: si ripete per ben due volte – nella copertina e in una delle ultime pagine del libro – e rappresenta Marina a mezzo busto, incompiuta e trasparente, con il suo braccio che si allunga e la circonda, in un certo qual modo la avvolge; una parte del suo corpo che vorrebbe sfuggirle, una parte che è quella protesi che le consente di realizzare le sculture che tanto ama. Ma un discorso sul problema dell’identità si attiva anche in alcune vignette nelle quali determinati personaggi hanno il volto (e in alcuni casi anche l’intero corpo) disegnato su una sagoma di carta che pare applicata sopra il disegno originale (lo si denota grazie a piccoli pezzetti di nastro adesivo che servono a fermarle). Le domande che sorgono spontanee sono: che cosa c’è sotto quelle sagome? Altri volti e altri personaggi? Gli stessi personaggi con altre identità, oppure niente? Un corpo smembrato di questo alla fine parla: della necessaria ricerca della vera connessione tra gli esseri viventi e il mondo che li circonda. Dentro di noi (sotto quelle sagome fissate con il nastro adesivo) c’è l’enigma che ci tiene indissolubilmente legati alla vita e a ciò che le appartiene.