Last night a D.J. saved my life
C’è chi sostiene che la techno privi le persone delle loro emozioni e sia un genere musicale che crea ambienti sterili e sterilizzati da ogni sentimento. È forse anche per smentire questa tesi che nasce Laurent Garnier: Off the record.
DJ di razza e produttore di prima qualità, Laurent Garnier, classe 1966, è l’antitesi della rockstar per dirla con Georgia Taglietti che nel documentario insieme a Carl Cox, Derrick May, Mr. Oizo, Lenny Dee, Jeff Mills, l’ex ministro della Cultura Jack Lang e così via, ripercorre l’ascesa del DJ, percorso che corre parallelamente all’esplosione della house, l’acid house, la techno, la cultura del club e poi dei criticatissimi rave party.
Non c’è bisogno di essere fan del genere o ascoltare Miss Kittin (anche lei tra gli intervistati) per apprezzare il documentario di Gabin Rivoire, basta essere un minimo interessati a quello che era il clima socio-culturale negli anni ‘80/’90, quei due decenni cosi abusati dall’industria culturale sin dagli anni Zero. Seguiamo così in 90 minuti l’educazione sentimentale di Laurent: dalla sua Francia a Londra, passando per Manchester negli anni dei New Order, per poi tornare in patria, sfondare a Le Palace – mentre faceva il servizio militare – e infine conquistare il mondo.
La techno era la musica che Laurent, come il resto del mondo, aspettava, una nuova forma di collettività dopo il solipsismo malato del punk e del post punk. Era la new wave, il funk, il soul e molto altro ancora, la risultante di decenni di storia della musica condensati in un apparente gelido abbraccio; era musica politica senza indottrinamento, solchi che crearono una fratellanza che negli anni ‘80 non c’era. La Thatcher nel Regno Unito e Ronald Reagan negli Stati Uniti, l’idea socialista di unità soppiantata da un individualismo sfrenato.
E ancora, la comunità LGBTQI+ come promotrice di quel battito che univa, trasversalmente, giovani di tutte le età, classi sociali ed etnie. Una storia corale quella della musica techno, della club culture e dei rave per cui Laurent si è battuto per anni contro l’intransigenza bovina francese.
C’è tanta nostalgia e tristezza in Off the record, che sono i sentimenti deputati alla creazione di ogni buona traccia che ha composto la colonna sonora della nostra infanzia e/o adolescenza, sia che tu sia della generazione X che pre-millennial. Lo dice lo stesso Laurent, c’è tristezza in quella musica se solo si gratta la superficie.
E ancora più malinconia sale in chi guarda i tentativi di rave party in Italia, quelli riusciti in Polonia, il ricordo di un tempo in cui muovere la testa e alzare le braccia lo si faceva insieme ad altri esseri umani e non davanti a Spotify nelle stanze private di casa.
Gli Indeep nel 1982 cantavano, Last Night a D.J. saved my life, e chissà quante vite ne ha salvate Laurent.