Anima indipendente
Quale migliore occasione della pubblicazione di Deltarune Chapter 2 – completamente gratuito come il primo capitolo – per parlare di un classico moderno come Undertale, il gioiello di Toby Fox che negli ultimi anni si è consolidato tra i simboli del vivace mercato dei videogiochi indipendenti?
A colpire non è soltanto l’umorismo, la vivacità dei personaggi e l’intricato albero delle scelte concesse al giocatore:
Undertale rappresenta il successo di un autore che, quasi senza aiuti esterni, ha scritto, programmato e composto le musiche memorabili di quello che sarebbe rapidamente diventato un successo mondiale; ha ispirato una vivace comunità di appassionati con emuli, mod, discussioni e tante, tantissime fanart; si è imposto tra i nomi eccellenti del medium, mettendo persino un piede nel mondo Nintendo con l’ingresso di Sans nella mischia di Super Smash Bros. Ultimate.
Quella di Fox è, insomma, una storia che piace almeno quanto quella del bambino dal maglioncino a righe che, caduto nelle caverne del monte Ebott, fa la conoscenza coi mostri che abitano il sottosuolo. Alcuni di loro sono genitori eccessivamente protettivi – solo alla fine scopriremo perché – mentre altri amano i giochi di parole sciocchi. Al giocatore è data la scelta se trattarli con la gentilezza dovuta oppure aggredirli come potrebbe fare il protagonista di un gdr meno originale. Il gioco, infatti, offre un intelligente sistema di scelte, percorsi e finali adatti allo stile del giocatore, ognuno dei quali aggiunge preziosi tasselli al puzzle della narrazione. Grazie alla comunità su Internet è diventato celebre il “segreto” del percorso genocida, acuta riflessione sul grinding nei videogiochi e vero e proprio racconto orrorifico incluso per accontentare il giocatore che non si ferma davanti a nulla, con musiche d’ambiente cupe e superboss al limite del possibile. Nonostante sia interamente scritto con un software di programmazione semplificata quale GameMaker Studio, Undertale è sorprendentemente intricato: il gioco assume la forma che il giocatore vuole imprimergli, proprio come il suo protagonista dal passato ignoto, e scardina continuamente le meccaniche consolidate invitando il giocatore a non dare mai nulla per scontato, nemmeno quando si approssima alla fine del suo viaggio.
Umorismo e cultura di Internet, mito dell’autore solitario che supera brillantemente l’ostacolo della programmazione, tanti segreti sepolti nel codice di gioco, musiche indimenticabili e persino una buona dose di epica ispirata ai giochi giapponesi (Earthbound su tutti); Undertale ha tutti gli ingredienti che determinano il successo di un prodotto indipendente ed è riuscito ad affascinare la nuova generazione di videogiocatori, nonostante gli aspetti amatoriali e la grafica in stile 8 bit.