Il dato umano su tutto
In tempo di social network, dove persino le scienze esatte vengono messe in discussione, non è mai facile trovare giudizi unanimi. E così, nonostante i tanti elogi, anche Strappare lungo i bordi, nuova serie di Zerocalcare pensata per Netflix, è finita nel mare magnum degli haters, degli attacchi politici e dei criticoni del bastian contrario. Quelli che le parolacce non vanno bene, il romanesco neanche, fino all’accusa che il fumettista si sia venduto al “sistema” ma senza mai soffermarsi sulla qualità artistica del lavoro.
Di sicuro, per chi era già fan di Zerocalcare, Strappare lungo i bordi non ha deluso le aspettative: al suo interno c’è tutto il mondo che conosciamo da anni grazie a graphic novel come La profezia dell’armadillo o Scheletri. Un ritratto perfetto di noi quarantenni che possiamo identificarci facilmente in molti aspetti descritti, sia del passato che del presente, e in quella precarietà esistenziale emblema della nostra generazione.
Divisa in sei puntate, la serie racconta la preparazione e il viaggio di tre amici nel paese natio di una loro amica, in cui ricordi e situazioni colorano il racconto.
Ironico e disilluso come sempre, qui Zero ha voluto trasportare nella serialità una vicenda che forse sulla carta stampata sarebbe stata sacrificata e, soprattutto, per i messaggi che veicola, necessitava di una piattaforma internazionale per essere vista da più persone possibili.
Accusato anche di moralismo e sentimentalismo, in realtà Zercocalcare è un autore sincero con sé stesso e con i suoi spettatori. Non si vergogna di essere un “fallito” che ha avuto fortuna (grazie alle sue doti artistiche) e non dimentica le cose che l’hanno formato: le amicizie nate tra i banchi di scuola, le delusioni e gli sfruttamenti nel mondo del lavoro, il precariato, le cicatrici del G8 di Genova e tutto ciò che fa parte di lui anche quando non l’ha vissuto in prima persona.
Tanti elementi tematici che contribuiscono a realizzare sia un ritratto personale sia uno spaccato generazionale. Dal punto di vista formale, tutto scorre come se avessimo sotto gli occhi le pagine di un suo graphic novel ma è curioso vedere come i disegni caratteristici e i personaggi prendono finalmente vita e parlano “con voce propria”.
Il dato umano è dominante nelle storie di Zero e qui è ancora più importante. Sta a noi trovare tutte le citazioni e gli aspetti che fanno ancora più nostro il contesto. Alcuni di noi sono Zero che si ferma a ragionare su tutto facendosi paranoie inutili, altri Secco che, a prima vista, prende tutto alla leggera, o Alice che nasconde le sue debolezze e le brutalità del mondo restituendo a chi le sta accanto sorrisi e amicizia. E, se solo volessimo ascoltarlo, per tutti noi c’è sempre un Armadillo che consiglia di cogliere l’attimo e farsi una risata in più. La vita è già troppo complicata per essere presa sul serio. Un corollario di persone, vite, esperienze da cui non si può non farsi travolgere.