Siamo tutti Quinn
Il genere comico è a volte “bistrattato” ma, come già rilevato in queste pagine anche nello speciale comicità, c’è chi con il riso vuole raccontare altro: White Lotus, serie di Mike White, ne è un esempio.
La trama è apparentemente semplice e racconta quello che succede, nell’arco di una settimana, ai membri dello staff e agli ospiti di un resort di lusso hawaiano. Tra persone stravaganti di vario genere e situazioni paradossali, la serie ci parla di uomini e donne con le proprie pulsioni e peculiarità.
Lo fa con un cast azzeccato e una buona sceneggiatura: c’è il direttore che deve mostrare un aplomb perfetto ma che in realtà aspira a mollare tutto per essere finalmente libero; la famiglia benestante apparentemente solida con genitori che invece non si amano più e non ascoltano i problemi dei figli adolescenti; la riccona insicura che vorrebbe spargere le ceneri della madre appena morta nell’Oceano; i novelli sposini “di convenienza”; lo staff del resort costretto a disumanizzarsi pur di assecondare i capricci dei ricchi ospiti.
Una fauna di svitati alle prese con drammi interiori che vengono ben descritti con risvolti genuinamente comici ma che, al loro interno, nascondono anche altro. Non è una novità vedere dei ricchi viziati che si lamentano per pochezze, la particolarità di White Lotus è individuare per ogni personaggio un lato indecifrabile e quasi inviolabile che è alla base di ogni episodio. Se il resto sembra abbastanza canonico per una serie del genere, il più è raffigurato dal mistero del prologo: nell’aereo che riporterà gli ospiti a casa salirà anche una salma. Scoprire di chi si tratta aggiunge una buona dose di suspense al finale.
La commedia che si fa dramma, il dramma che diventa involontariamente comico, come è spesso la vita. Sono questi i temi della serie ideata da Mike White. La sua regia non si trattiene e spinge l’acceleratore anche nel mostrare sesso, uso di droghe, corpi nudi e miserie di vario genere, senza però puntare il dito o moralizzare il tutto. A noi spettatori non resta che essere tutti Quinn, il figlio introverso della famiglia benestante, un detonatore tra la melma dei mostri che nessuno prende mai sul serio e che alla fine farà una scelta coraggiosa e personale.
Sono tanti i temi trattati dietro una commedia leggera e da vedere senza impegno. L’unico neo è che alla fine non sono mai i ricchi a piangere!