Un uomo vero, un pistolero
Negli ultimi anni ci sono stati vari tentativi di resuscitare e/o rivoluzionare il genere del western, alcuni più valevoli degli altri. Nonostante questo, i topoi principali rimangono gli stessi, e sono ancora una volta quelli che The Harder They Fall di Jeymes Samuel sfrutta e rielabora, aggiungendo un altro tassello alla storia dei pochi western con protagonisti afroamericani.
Mentre gli eventi del film sono fittizi, i personaggi sono approssimativamente basati su cowboy e gangster neri veramente esistiti (anche se, probabilmente, non si sono mai incontrati).
Verso la fine del diciannovesimo secolo, il famoso cowboy afroamericano Nat Love re-immaginato del film (un magnetico Jonathan Majors) e i suoi uomini passano anni a inseguire le persone che hanno ucciso la sua famiglia fino al giorno in cui si presenta l’occasione di far fuori il leader della gang Rufus Buck (Idris Elba), quando questi viene improvvisamente fatto uscire di galera.
In breve, The Harder They Fall è un film divertentissimo e, soprattutto, si diverte ad esserlo esagerando su ogni punto in cui si poteva esagerare: dalla quantità di proiettili che volano alla colonna sonora di hip-hop e reggae, fino al cast blasonato. Tra la polvere e i cavalli, Lakeith Steinfeld, Regina King, Zazie Beetz, e il magico Delroy Lindo – solo per citarne alcuni – fanno a gara per la performance più carismatica e sanguinaria.
Sicuramente la trama del film è un po’ scarna, e usare il nome di figure realmente esistite, assegnando loro identità del tutto inventate, appare una scelta abbastanza opinabile. Ad ogni modo, è interessante considerare che, mentre il contrasto centrale del film rende chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi, ogni personaggio si muove su uno spettro di grigi: Rufus Buck è sì un sanguinario criminale, ma si è anche speso per fondare una città per neri, un paradiso negli Stati Uniti nascenti e dominati dai bianchi. Nat è il “nostro” buono, ma uccide pur sempre un’intera gang nel giro di trenta secondi.
Specialmente nel terzo atto si nota che Samuel si è appoggiato un po’ di più sullo stile che sulla sostanza. Tuttavia, il ritmo esplosivo, la violenza elargita in abbondanza, le immagini ricchissime e iper-sature e le performance di un cast eccezionale riescono a compensare una storia spesso sfilacciata.