Il gioco rende liberi
Amebò è un folle pianeta. Amebò è il paradiso delle frattaglie surreali. Amebò è lo spazio dove vorresti trovarti il giorno in cui tutto quello che appare non sarà più come sembrava. Amebò è un crogiuolo di creature strampalate e depresse, irritanti e anestetizzate. Amebò è il mondo impossibile, festoso, tetro, allampanato, creato dal Dottor Trap, uno scienziato che non sa come passare il tempo e decide appunto di concepire un posto “storto” che sia un bel “trip” e “tutto un boh”.
Il marasma che avviene all’interno di quello spazio un po’ assurdo e molto colorato è ciò che potremmo definire le Cronache di Amebò. Nel suo lavoro di esordio, infatti, la giovane fumettista Valo punta ogni risorsa a sua disposizione sulla creazione di personaggi e dimensioni ultra lisergici.
Possiamo dire che ce ne sono veramente a bizzeffe. E si ha come la sensazione che, nell’impostare le scorrazzate festose e grottesche contenute nei suoi intrecciati racconti, l’autrice isernina abbia incrociato i flussi di artisti scriteriatamente creativi come Pendleton Ward e Johnny Ryan. Del primo troviamo senza dubbio l’ebete – ma sempre controllatissima – narrazione, la quale vaga di follia in follia senza che ogni dettaglio, che si aggiunge furbescamente ogni volta a quello precedente, disturbi il senso complessivo del racconto; del secondo, invece, troviamo l’impostazione secca e irrazionalmente suggestiva dei personaggi che si affrontano (fisicamente, amorevolmente o verbalmente) attraverso lo scorrere delle tavole. Nel fumetto di Valo, che sia Zibaude, Sailor Serp o Teschione Babba (cioè alcuni dei personaggi principali) a condurre le danze, poco importa: nella fisionomia a tratti primitiva ed essenziale del suo lavoro è contenuto comunque il senso dei nostri desideri.
Ogni protagonista ci attrae a sé perché racconta qualcosa del mondo fantastico che vorremmo vedere ogni giorno di fronte ai nostri occhi, ognuno di essi esemplifica l’impossibilità di raggiungere una stabilità emotiva se non scaricando – a un certo punto – le tensioni accumulate in quel viaggio a volte impossibile che si chiama vita. Figura risolutrice ed emblematica di questa assoluta rivelazione sarà dunque Paperolla: un pupazzo cavalcabile a molla per bambini che ne subirà di ogni sorta e diverrà pedina fondamentale in quella che sarà la distruzione finale e totale. Come a dire che sì, altro che il lavoro: solo il gioco ci rende veramente e onestamente liberi.
Cronache di Amebò [Italia 2021] TESTO E DISEGNI Valo.
EDITORE Eris. COLLANA Kina. Graphic novel, 184 pagine.