Un amore indissolubile
Il trash e la tv, un rapporto duro a morire, stretti come sono da un legame impossibile da sciogliere. Tale relazione amorosa, quasi tossica, si fa ancora più indissolubile da quando il mondo social, con tutte le sue ramificazioni e declinazioni, si è interessato ad essa. Meme, parodie, modi di dire dei protagonisti diventano armi per cavalcare l’onda del successo – perché sì, lo si deve dire, il trash va di moda, nonostante tutto, e va ancora di più la sua estensione/espansione su Instagram, Twitter, YouTube e Twitch – o meglio per intensificare quel successo, perché l’universo social arriva dopo la televisione, allargando il bacino d’utenza.
I programmi trash, dalle versioni vip o nip del Grande Fratello alle anime perse alla ricerca di fama e celebrità (L’Isola dei Famosi), passando per gli struggimenti di coppie che tentano di “mettere alla prova” i propri sentimenti in Temptation Island, arrivano ad un pubblico vastissimo proprio grazie alle reaction fatte da youtuber che si prendono gioco dei malcapitati, grazie ai meme che ridicolizzano situazioni, gesti, “ignoranze”.
Sulle varie pagine e sulle piattaforme si schernisce, mettendo alla berlina chi crede di essere simpatico e di avere successo, si enfatizzano pubblicamente i punti deboli di chi sceglie di entrare nel fatato e malefico mondo della tv. Non vale più tanto e solo il programma in sé, ormai piatto format che si ripete inesorabilmente, di anno in anno, di edizione in edizione, rappresentazione della stanca e scarsa originalità di chi crea. Vale molto di più la vita fuori da quella casa, da quell’isola, da quello studio e l’opinione di chi gioca su ciò che spesso neppure ha seguito.
Un paradosso, sono più importanti l’ipertrofico ed espanso “extradiegetico”, il giudizio di chi guarda, invece che il soggetto, il protagonista. I personaggi che partecipano sono la massima espressione di tutti i difetti umani: sono uomini gelosi, misogini, razzisti, sessisti, violenti, sono donne spesso vittime, bersaglio di pregiudizi e umiliazioni; non si tratta quindi dei migliori, di coloro che sanno fare, possono insegnare, ma di coloro che sono dèi talmente pagani da diventare plebe. Le stelle del trash si riciclano, di solito sono piccoli personaggi, “eroi” ed “eroine” che interpretano sé stessi in un eterno ritorno: Cristiano Malgioglio, Valeria Marini, Pamela Prati, nuovi mostri dei reality, celebrano chi sono stati, riempiono i vuoti della loro carriera con programmi che possono portarli ad una sovraesposizione mediatica. Le puntate di questi programmi, ormai un vero e proprio genere della tv, vivono e rivivono di momenti che vengono inseriti in un altro contesto, diventando qualcosa di diverso, ed è proprio questo forse il centro, il punto più interessante. Quelle immagini, quei piccoli video, quelle reaction diventano narrazioni di una società che spesso inciampa e di un’altra che guarda e fa del ridicolo uno strumento di analisi.