Sottocassa il mondo è tuo
Ripensarci ora, dall’alto del nostro mondo iperconnesso e sempre più incorporeo, fa un certo effetto. Ma c’è stato un momento in cui non c’erano i cellulari e i navigatori satellitari, qualche computer lo si vedeva, ma ai videogiochi si giocava al bar o nelle apposite sale lungo la riviera, non c’era Facebook. Non c’era internet, proprio. Cassadritta, il nuovo graphic novel di Roberto Grossi, trascina il lettore in quegli anni lì, alla metà degli anni Novanta, dritto dritto nella scena dei rave illegali delle periferie romane.
La prima parte del testo è tutta dedicata “al prima”, alla preparazione del ritrovo clandestino e al susseguente viaggio per arrivarci. E proprio nel viaggio, permeato di incertezze geografiche al giorno d’oggi dimenticate, Grossi sa ricostruire – pur senza esotismo né con inutile nostalgia per “i bei tempi andati” – tutta un’atmosfera.
Si sale in macchina senza destinazione precisa, con appunti su strade e incroci segnati alla meglio su volantini e pezzetti di carta, ci si domanda se alcool e droghe sono abbastanza, ci si ferma a fare benzina e a chiedere indicazioni ad altri che chiaramente stanno andando nello stesso posto. Veniamo così introdotti a una fauna di personaggi variegati, a volte apparentemente incongrui, ma mossi da stesso movente, da uguale necessità. Il bisogno di trovare o di re-attribuire un senso a quel groviglio di capannoni abbandonati, arterie di collegamento e speculazione edilizia che chiamiamo periferia di Roma, un nonluogo dal quale è impossibile evadere. «È ora di togliere il coperchio che copre questa città di macerie. Questa gigantesca pentola dimenticata sul fuoco a bollire… Piena di rabbia covata, di frustrazioni represse, di costrizioni subite. Togliamo il coperchio. Facciamoli ballare».
Ed è qui che inizia la seconda parte dell’avventura, quella se possibile ancora più riuscita, il rave vero e proprio. Nel buio si sente il tum tum tum della cassa in quarti, poi si accendono le strobo e ha così inizio la lunga notte. Diciotto pagine mute, che dimostrano la grande capacità compositiva dell’autore: sfondo diffuso su cui si staglia la sequenzialità di vignette che inquadrano il ballo, il sudore, l’incontro, la libertà del momento. È una scena di grande lirismo, lontana (e grazie al cielo!) dalla retorica del rave come luogo di perdizione e corruzione della moralità. Non c’è una degenerazione nell’animalesco, la troppo spesso paventata de-evoluzione dell’uomo in bestia. C’è anzi un grande senso di spiritualità, una tensione estetica condivisa tra lettore e personaggi, la percezione di un senso più alto. Queste diciotto tavole valgono da sole l’acquisto e la lettura del volume.
E poco importa se a un certo punto arriverà prima la polizia e poi l’alba, a mettere la parola fine alla serata. Nel frattempo avremo ballato, sudato, bevuto e assunto droghe, avremo fatto l’amore, ci saremo scatenati sottocassa e per un breve, fulgido istante lungo appena una notte, il mondo sarà stato nostro. E i segni di questa cosa ce li riporteremo a casa la mattina. In attesa del prossimo volantino, che ci dica (alla meno peggio) dove dirigerci per riprenderci la periferia, per dare un senso alle sue rovine che sono, alla fine, anche un po’ le nostre.
Cassadritta [Italia 2021] TESTI E DISEGNI Roberto Grossi.
EDITORE Coconino Press – Fandango.
Graphic Novel, 220 pagine.