Visionario ed eccentrico
La scomparsa prematura di Satoshi Kon nel 2010 è stata una vera tragedia per il mondo dell’animazione. Se ne andava uno degli artisti contemporanei più poliedrici del panorama giapponese, uno dei più attenti nel saper intercettare le tensioni stilistiche che il cinema più moderno (nel senso di più al passo con i tempi) riusciva a proporre all’inizio del nuovo millennio: avrebbe avuto da dire – ne siamo convinti – ancora moltissimo e probabilmente avrebbe saputo comunicarci molte cose con linguaggi inattesi e sorprendenti.
Si capisce perciò l’intenzione di far uscire un nuovo volume (aggiornamento di un altro uscito poco più di una decina di anni fa) dedicato a Satoshi Kon. Lo curano Andrea Fontana ed Enrico Azzano, che evidentemente sentivano il bisogno di scrivere parole definitive su un uomo che ha fatto della propria opera un oggetto cangiante e multiforme. Non è un caso che il titolo del tomo evidenzi bene la natura di quello che è stato il suo lavoro: Satoshi Kon. Il cinema visionario di uno dei più eccentrici protagonisti dell’animazione giapponese.
Visionario ed eccentrico, appunto, lo era veramente, ma anche estremamente razionale, in quanto sempre in grado di giostrare con somma lucidità ogni aspetto delle sue idee incandescenti. Il libro di Fontana e Azzano rende merito a ogni aspetto della sua arte, soprattutto a quelli multidisciplinari.
Si divide essenzialmente in tre sezioni, ognuna contenente una raccolta di saggi di differenti autori: la prima è dedicata interamente all’opera del maestro, con analisi preziose di tutti i suoi lungometraggi, della serie capolavoro Paranoia Agent, del cortometraggio Good Morning e addirittura di quel progetto incompiuto e mai realizzato che è Dreaming Machine. La seconda parte è invece composta da vari approfondimenti su differenti aspetti della carriera di Kon, dal suo rapporto con il manga a quello con l’opera di Ōtomo, dai suoi contatti con la letteratura a quelli con la musica. La terza e ultima parte è infine la più breve e raccoglie testimonianze di alcuni lavoratori del settore cinematografico, che ci raccontano come il lavoro di Kon abbia influito sul loro. Attorno a queste sezioni principali troviamo anche altri contributi preziosi, come un’intervista a Kon, una biografia approfondita e la triste lettera d’addio che Kon scrisse poco prima di morire.
La lettura di Satoshi Kon, in definitiva, ci restituisce pienamente il mondo sognante e allo stesso tempo paranoico del grande regista giapponese, la sua capacità di filtrare e riflettere le trazioni inconsce dell’esistenza verso le necessità di costruzione di una critica seria ed efficace alla società alienante dell’era contemporanea. Possiamo dirlo con tranquillità: un volume importante, che ci rassicura sul fatto che, senza ombra di dubbio, la passione di Kon “per le forme instabili del suspense”, come scrive Marco Müller nella sua prefazione, “per il senso di spaesamento nell’umano consorzio, siano tutte qualità che non discendono da modelli […] ma aprono invece suggestioni molteplici, che non hanno ancora finito di dare i propri frutti”.
Satoshi Kon. Il cinema visionario di uno dei più eccentrici protagonisti dell’animazione giapponese.
CURATORI: Andrea Fontana, Enrico Azzano.
EDITORE: Mimesis. ANNO: 2021.
354 pagine.