Un pertugio nell’oscurità
I buoni non devono sempre vincere, e un’avventura a volte è combattuta da protagonisti ripugnanti ai quali fatichiamo ad affezionarci: da questo spunto parte la narrazione di Ritratto di ubriaco, il nuovo lavoro realizzato da Olivier Schrauwen con Ruppert & Mulot.
Guy è un carpentiere che diventerà pirata fregandosene del prossimo e conducendo una vita dissoluta dedita all’alcol e al perpetrare furti di ogni tipo.
Non si fa problemi a raggiungere i suoi scopi attraverso crimini e omicidi e, seguendo lo stereotipo da immaginario comune, è sporco, brutto e cattivo come raramente lo è un personaggio di una graphic novel. Le sue vittime si ritroveranno in una specie di limbo dal quale possono vedere le azioni che lui compie nella realtà di tutti i giorni, cercando in qualche modo di ostacolarlo senza riuscirci.
Guy è un antieroe ostile che però vince a discapito di tutti, sprofonda in un incubo senza fine accompagnato dai suoi demoni interiori ed esteriori. Ma tutto ciò non sembra toccarlo, le sue malefatte continueranno a essere compiute indisturbate. Un sipario oscuro divide il mondo dei vivi da quello dei morti, solo un piccolo pertugio da scovare nel buio permette il contatto; in scena ci sono attori che indossano una maschera, i mostri sono invece tenuti alla larga e faticano a comprendere perché i vivi siano più mostri di loro.
Dimentichiamoci i ritratti recenti alla Jack Sparrow e immergiamoci in questa storia piratesca sudicia e nerissima, in cui sembra quasi di sentire gli odori di piscio, vomito e sporcizia che sicuramente erano alla base di una ciurma del passato. Menefreghismo e sopravvivenza a tutti i costi sono gli ingredienti del racconto, che si avvale di disegni minuziosi e sgargianti nei colori e nei dettagli, nelle sequenze più avventurose, alternati a semplici tratti quasi elementari nella narrazione orizzontale. Il limbo delle vittime e gli incubi sono i momenti più epifanici in cui gli autori sfruttano al meglio la loro vena creativa, sia in scrittura che nel segno grafico. La giustizia non arriverà mai e non si può che pensare che Guy sia un perfetto esempio di un’umanità attuale egocentrica e affarista come mai, figlia di tempi in cui la carità viene sopraffatta dalla individualità. Ubriacarsi sembra per Guy l’unica modalità per condurre una vita normale, senza farsi mancare nulla e, soprattutto, senza temere di essere ridicolo: il libero arbitrio è l’unica ambizione per un uomo che ha perso tutto e che non ha voglia di vivere. Quando anche i suoi demoni non ottengono il risultato sperato, Guy sceglie di abbracciarli, di farsi seviziare, tanto poi alla fine anche loro si stancheranno e lui vincerà la libertà di agire. Umorismo nero e psichedelia da gustare con un bicchiere di vino in mano e un buon disco.
Ritratto di ubriaco [Portrait d’un buveur, Francia/Belgio 2020].
TESTO E DISEGNI Olivier Schrauwen, Florent Ruppert e Jérôme Mulot.
EDITORE Coconino press.
Graphic Novel, 184 pagine.