Tra stereotipi e sessismo, gli errori di un programma sulla narrazione del femminile
“Sono una donna, una mamma single, che combatte ogni giorno per ciò in cui crede, soprattutto nella difesa della categoria che rappresento: la donna. Ho sempre lavorato proponendo di me un’immagine molto lontana da quella della donna oggetto cercando di abbattere qualsiasi muro di pregiudizio e maschilismo, ma sono la conduttrice di un programma, mi prendo parte della responsabilità di ciò che è accaduto. Chiedendo scusa a tutti, per la superficialità con cui è stata gestita questa situazione da parte di tutta la nostra squadra”.
Scrive così Bianca Guaccero nel post sul suo profilo Instagram dove l’attrice e conduttrice prova ad arginare le polemiche legate al tutorial di Detto fatto (Rai 2) in cui viene insegnato alle donne ad essere sensuali e seduttive anche al supermercato. È stato un tutorial talmente tanto criticato che il programma è stato sospeso per qualche giornata, si è aperto un dibattito social – molto simile a quello di un altro programma, Parliamone sabato (2017), in cui si scriveva una lista di sei motivi per scegliere una fidanzata dell’Est – che ha scatenato commenti negativi e il programma è stato accusato di riportare la donna a uno stereotipo per cui Lei deve provocare l’uomo, vanificando le battaglie per l’emancipazione. Una bomba che è deflagrata con una forza inimmaginabile e anche i siti stranieri, come The Guardian e Bbc, hanno raccontato l’episodio: “Il tutorial sul sexy shopping della TV italiana per le donne suscita indignazione”, “Indignazione per lo show televisivo italiano che dà consigli su acquisti sexy”; indignazione è la parola che torna più spesso, indignazione per una scenetta che rafforza stereotipi culturali sterili e dannosi per le donne.
Ci sono vari problemi nel tutorial-siparietto, interpretato davanti alla Guaccero che con la sua solita verve esasperata rincara la dose, imboccando la ballerina Emily Angelillo, vestita con minigonna e tacchi a spillo, terminando con un minaccioso avvertimento, parafrasando: “se domani vedrete donne in tacchi e minigonna, camminare ancheggiando per i supermercati, la causa sarà Detto fatto”. Il tutto ha scatenato un putiferio anche nei piani alti della Rai che, bisogna ammetterlo, da tempo tenta di silurare il programma e forse ha preso come pretesto l’accaduto per bacchettare la conduttrice e il programma stesso.
Nel giorno precedente, mercoledì 25 novembre 2020, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Mamma Rai insegna al pubblico femminile chi e come essere per “accalappiare” l’uomo di turno, per essere seducenti, strizzando l’occhio ad un modello di donna sessualizzato, un modello desueto, e insegna a quello maschile che la donna è un oggetto fatto per essere guardato, spogliato e “ottenuto” grazie allo sguardo. Angelillo, con una serietà che spaventa, mette in scena una coreografia di movimenti, piegamenti, ammiccamenti, ancheggia su tacchi vertiginosi – la puntata è dedicata al tacco proprio in onore della Giornata contro la violenza sulle donne – mangiandosi le corsie del supermercato, “un palcoscenico”, cammina con l’aiuto del carrello per essere più sinuosa, con il ginocchio teso. Guaccero recita, recita la parte della conduttrice come fa sempre del resto, si diverte e sa benissimo cosa sta rappresentando, ma lei è appunto un’attrice e dunque interpreta ciò che le viene assegnato, la stessa sorte tocca alla compagna. La questione è che loro sono diventate capro espiatorio di un “progetto” fatto da autori, produttori, persone che hanno accettato quello sketch, e che, bisogna dirlo, afferiscono ad un target preciso.
È evidente, non si può pensare nel 2020 di fare una lezione sull’andare a fare la spesa in tacco dodici per essere ancora più accattivanti, per sedurre, per essere oggetti sessuali. Una cosa è certa, si tratta di un tutorial costruito male, per nulla ironico e neppure divertente, è un lavoro autoriale pessimo che attinge a piene mani in un bacino miope e ristretto, in cui gli stacchetti sono fatti da ragazze poco vestite e nerd occhialuti tentano di insegnare cose a pupe sciocche e prive di cultura, ma, se nelle tv private è già degradante, lo è ancor di più in Rai, in fin dei conti. Sembra falso moralismo ma non lo è, la Rai è dove Manzi insegnava agli italiani l’italiano e quindi ad essere italiani. Questi sono modelli, cliché di cui il pubblico è stufo ed è per questo motivo che c’è stata un’alzata di scudi, che ha costretto l’amministratore delegato Fabrizio Salini ad avviare un’istruttoria per capire di chi sia la responsabilità di ciò che è considerato “un episodio gravissimo, che nulla ha a che vedere con lo spirito del servizio pubblico e con la linea editoriale di questa Rai”. Un fatto che diventa dunque politico, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella ha usato parole dure, tanto da invitare la Rai a seguire un tutorial su come fare servizio pubblico non calpestando il proprio valore e la propria storia, definendo il caso una pagina di televisione deprimente e umiliante per la dignità delle donne. Il problema è la tv (pubblica) che fa una narrazione costituita da immagini e parole, una narrazione che costruisce modi di pensare, di vedere, crea modelli attinenti al guardare e al pensare. Una donna che deve a tutti i costi essere ammiccante, seducente, è una rappresentazione limitante che entra nelle case, nelle menti creando una dittatura sull’essere donna.
Un tutorial sbagliato, immotivato ancor di più perché mandato in onda alla vigilia di una giornata così importante, piena di significato e di senso, per cui si deve usare linguaggi e immagini “rispettosi, non discriminatori e non stereotipati nei confronti delle donne”. Il direttore di Rai 2, Ludovico Di Meo, ammette che il programma è incappato in un gravissimo errore, non voluto, e continua sostenendo che non era nelle intenzioni di Detto fatto avvalorare stereotipi femminili negativi. Lo sketch con la ballerina è mal scritto e gli autori del siparietto si sono sopravvalutati pensando di aver costruito qualcosa di graffiante, al contrario il risultato è offensivo e lesivo dell’immagine del femminile. Un’immagine che è stata (e spesso è ancora) denigrata e umiliata, ma è altrettanto denigratoria e umiliante la violenza feroce rivolta alle due donne che sono facile bersaglio perché in prima linea.
Tutto potrebbe sembrare concluso, invece no, perché il mattino successivo è stata mandata in replica proprio la puntata incriminata e nel pomeriggio un’altra puntata dello stesso programma, in cui il modello di donna è sempre quello: un gruppo di modelle sfila in lingerie spiegando i prodigi del push-up. Se possibile la soluzione è peggio del “nodo”, come se ci fosse il desiderio di bacchettare ma non di risolvere il problema, e qualcosa non funziona nella catena di comando dell’emittente di Stato. La politica torna in campo: la senatrice Valeria Fedeli, capogruppo dem in Vigilanza, rileva tutto questo e Rita Borioni, consigliera nel cda della Rai, afferma caustica: “Detto fatto, errare è umano, perseverare è diabolico, ma replicare è da scemi”.
Il caso è molto più complesso perché riguarda linguaggio, pensiero, azione. Certo, bisognerebbe eliminare dai palinsesti molti altri programmi come questo, che danno un’immagine distorta e lesiva della donna, in cui è rappresentata come solo corpo “costruito” per essere desiderato. Quando si tratta di questioni di genere e sessismo tutto sembra fatto per colpire, figlio del politicamente corretto, ma non lavora mai nel profondo, si accontenta, come farebbe una cattiva maestra con gli alunni indisciplinati, di rimproverare (la sospensione del programma), senza educare: Detto fatto è tornato su Rai 2 con l’ennesimo discorso di Bianca Guaccero che apre con un, “ci scusiamo, ma per fortuna Detto fatto è qua”.