Nebraska
Nel prologo di Rusty Brown di Chris Ware ad un certo punto riecheggiano alcuni versi di 50 Ways to Leave Your Love di Paul Simon. Una canzone certamente dai tratti malinconici, ma che è anche e soprattutto un invito, quasi uno sprone, a non farsi intrappolare da condizioni esistenziali sgradite, pericolose e malsane. È una citazione significativa, per contrasto: il monumentale fumetto di Chris Ware è infatti, tra le mille cose, anche una ricognizione lancinante su esistenze annichilite dal rimpianto, dai rimorsi e dalla nostalgia. È questa una lettura puramente emozionale della monumentale opera di Ware, una delle tante possibili.
Rusty Brown, frutto di 18 anni di lavoro e completamente disegnato a mano, è un mosaico di quattro storie, che in realtà sono quattro e mezzo dato, che il prologo ci racconta contemporaneamente due vicende parallele destinate ad incontrarsi, una nella parte, per così dire, principale della pagina, e l’altra nella parte inferiore, con vignette minuscole e che avanza quasi a mo’ di striscia.
Sei sono i protagonisti, tutti orbitanti intorno ad una scuola privata del profondo Nebraska: c’è il giovane introverso, insicuro e sognatore Rusty Brown, vittima di bullismo e del disinteresse del padre Woody, insegnante frustrato e incattivito dai ricordi e pronto a fuggire, immergendo noi lettori, nel suo passato di scrittore sci-fi; ci sono l’arrogante e ferito figlio di papà Jordan Lint, di cui seguiamo l’intera vita, con un anno per ognuna delle 80 pagine a lui dedicate, e la maestra Cole, protagonista di un flusso di coscienza che mischia passato e presente e che diventa, dettaglio dopo dettaglio, un altro ritratto di un’intera esistenza, e Chalky e Allison, fratello e sorella appena trasferiti nel Nebraska.
Fin dalla copertina e dalla sovracopertina pienamente parte dell’opera, Chris Ware apre il suo romanzo grafico a vie di fuga e suggestioni narrative che immediatamente accantonano la linearità e quel minimalismo tipico di certa graphic novel statunitense. Del tutto apparente è la semplicità del tratto, che in realtà è come se fosse oggetto di una costante sperimentazione – il lavoro sui cerchi e sui quadrati – e di un costante adattamento alle condizioni e alle elucubrazioni dei personaggi – la semplicità monodimensionale degli anni di Jordan Lint neonato, per fare un esempio tra i tanti. Le vignette si susseguono e si sovrappongono in un montaggio che dà forza a questa instabilità narrativa, grafica ed emotiva: soggettive che forse non sono tali si mischiano e si alternano a dettagli, angolazioni di sguardo e punti di vista che rendono in qualche modo lo spettatore maggiormente consapevole dei personaggi, e che osservano quasi nello stesso istante l’ambiente fisico e interiore da ottiche differenti.
In questo e in tanti altri modi, Chris Ware ci immerge nel mondo di Rusty Brown con forza assoluta e implacabile. E poco conta se siamo nella realissima scuola o su un Marte letterario, nel passato, nel presente o nel futuro, nella realtà o nelle mille sfumature del ricordo, o se il tono è empatico, sofferente, nostalgico o ironico: ci troviamo di fronte ad una densissima e potente probabile futura pietra miliare del fumetto.
Rusty Brown [USA 2020] TESTO E DISEGNI Chris Ware.
EDITORE Coconino Press.
Graphic novel, 358 pagine.