La Pixar nella tradizione
Non sempre la Pixar realizza opere coraggiose e “sperimentali” come Wall-E e Inside Out, ma a volte si dedica a lungometraggi più semplici, meno ambiziosi e più vicini alle consuetudini “disneyane” come Ribelle – The Brave e Il viaggio di Arlo, mantenendo comunque un livello dignitoso tanto dal punto di vista creativo quanto da quello contenutistico.
Va in tale direzione anche il penultimo prodotto della celebre casa, Onward – Oltre la magia, un’opera molto tradizionale in vari suoi aspetti, a cominciare da quelli tematici e narrativi. Il film racconta la storia di Ian, un timido elfo adolescente che, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, avrà l’occasione di far tornare in vita suo padre per ventiquattro ore, grazie a un incantesimo da eseguire in prima persona.
Peccato però che la magia sarà realizzata solo a metà, ragione per la quale il ragazzo partirà insieme a suo fratello Barley alla ricerca di una pietra con cui completare l’opera. Come si può evincere anche da tale soggetto, Onward segue gli stilemi tipici della fiaba e di buona parte del cinema d’animazione per famiglie, tanto che qui ci troviamo di fronte al classico “viaggio dell’eroe”, dove il protagonista compie un percorso formativo grazie al quale supera le proprie paure, le proprie debolezze e capisce il valore delle persone che gli sono accanto.
Tutto ciò nel contesto diegetico di un fantasy urbano e moderno: qui, infatti, gli elementi e i personaggi tipici del genere sono inseriti in un ambiente tecnologico e cittadino, nel quale la magia è vissuta come parte di una tradizione un po’ dimenticata e usata perlopiù in maniera commerciale e folkloristica (si pensi, per esempio, alla locanda storica trasformata in un fast food con tanto di menù per bambini).
E anche se l’idea di rendere moderno e antropomorfo un “mondo altro” non è certamente originale, tale ambientazione assume nel film un’interessante valenza. L’opera, infatti, delinea una società consumista, priva di memoria storica e appiattita sulle nuove tecnologie, in quella che sembra essere una velata critica alla nostra contemporaneità, eccessivamente conformista negli usi e nei consumi. Un sottotesto, quest’ultimo, che trasmette al titolo in questione una certa stratificazione tematica, agganciandolo parzialmente ai lavori più “critici” della Pixar, come la sci-fi ambientalista Wall-E e la metafora sul governo della paura Monsters & Co.
Tutti elementi portati avanti con un buon senso del ritmo e dell’umorismo, facendo di Onward un lungometraggio al tempo stesso godibile e intelligente, seppur lontano dalla vena creativa dei migliori titoli dello Studio.
Onward – Oltre la magia [Onward, USA 2020] REGIA: Dan Scanlon.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI): Tom Holland, Chris Pratt, Julia Louis-Dreyfus, Octavia Spencer.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI): Alex Polidori, Andrea Mete, Sabrina Ferilli, Francesca Guadagno.
SCENEGGIATURA: Dan Scanlon, Jason Headley, Keith Bunin. MONTAGGIO: Catherine Apple.
MUSICHE: Mychael Dana, Jeff Dana.
Animazione, durata 102 minuti.