Esplosioni
Luca Guadagnino ci ha abituati ad un cinema chiaro fatto di grandi storie, il suo stile è sempre in debito con i grandi registi del passato – su tutti Visconti – ma allo stesso tempo ne rielabora le caratteristiche. Ora tutto ciò è applicato alla serialità televisiva e in We Are Who We Are Guadagnino dimostra di saper maneggiare anche il racconto a puntate. Certo, alcuni avranno storto il naso per la “noia” di alcuni passaggi, noia presente in quanto si parla di quotidianità, ma non si può negare che, qualunque sia la forma scelta, per Guadagnino è sempre un modo per sperimentare.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2016, Fraser si trasferisce da New York in una base militare a Chioggia con la madre, nuovo comandante della base, e la sua compagna anche lei nell’esercito.
Si troverà a doversi ambientare conoscendo gli altri ragazzi che abitano in base, sviluppando una forte amicizia con Caitlin. Adolescenti inquieti, musica, sballo, ambiguità, confini fisici e mentali, ma soprattutto prime volte, sono ingredienti che nelle otto puntate della miniserie riempiono le storie. Una serie “anomala”, se si vuole, perché non sfrutta la linearità dei fatti o colpi di scena e termina con molti dubbi ancora da dipanare soprattutto nelle vicende verticali, ma sa raccontare l’adolescenza come pochi altri lavori contemporanei (la presenza in scrittura di Paolo Giordano è di sicuro un valore aggiunto).
Non si gioca: essere teenager è sempre una questione di lotte con se stessi e con un ambiente che fatica a vederti come uno dei suoi protagonisti. Fraser e Caitlin fanno di tutto per non emergere in un gruppo, o meglio si studiano e insieme trovano una strategia per mandare a quel paese convenzioni e atteggiamenti, come il resto dei giovani personaggi, e così facendo vivono in pieno le loro vite. Sono prime esperienze per loro, la consapevolezza del proprio orientamento sessuale e il toccare con mano le proprie paure, come lo sono quelle della madre di Fraser che deve farsi accettare da un ambiente maschilista e ostile al “nuovo” e la sua compagna alla ricerca di una persona che l’ascolti veramente. Ed è una prima esperienza con il potere economico che si affaccia su un’America miope alle brutture e alle ipocrisie di Trump. Una confusione che segna il presente e il futuro che già conosciamo.
Guadagnino ci racconta tutto questo attraverso una regia che ama i suoi attori e li accompagna con fermimmagine che simboleggiano il voler congelare il tempo che crudelmente, soprattutto in adolescenza, sfugge di mano, con pianisequenza avvolgenti e piani temporali che si mescolano seguendo punti di vista diversi. Una storia di solitudini ma anche di persone che si aprono al mondo, che si cercano (vedi la sequenza della puntata finale nel locale del concerto) e quando si trovano scoppiano. Una bomba pronta ad esplodere che ha bisogno di tutti i detonanti possibili, basta trovarla. Adulti, ragazzi, spettatori.
We Are Who We Are [id., Italia/USA 2020]. REGIA Luca Guadagnino. IDEATORI Luca Guadagnino, Paolo Giordano, Francesca Manieri, Sean Conway. CAST Chloë Sevigny, Jack Dylan Grazer, Alice Braga, Jordan Kristine Seamón, Spence Moore, Scott Mescudi, Faith Alabi, Francesca Scorsese, Ben Taylor, Corey Knight, Tom Mercier. Drammatico, durata 49-75 minuti (episodio), miniserie.