Roma è un cazzo di zoo
“La candidatura allo Strega dimostra che il fumetto non è più ‘genere’ ma linguaggio”, così Zerocalcare commentava la sua candidatura al prestigioso premio letterario nel 2015 con Dimentica il mio nome. Dopo una settimana dall’uscita, Scheletri è schizzato subito in cima alle classifiche dei libri più venduti e Zerocalcare dimostra, man mano che gli anni passano, una sapienza nel narrare una generazione e un contesto ben definito che in pochi oggi riescono ad eguagliare. Con Scheletri Zero ci accompagna in un viaggio nel suo e nostro passato, quarantenni che hanno vissuto appieno gli anni a cavallo del nuovo millennio, dove tutto sembrava ancora più impreciso e, allo stesso tempo, dove ancora si poteva sperare in un futuro migliore. Poi sono arrivate le delusioni sociali del mondo del lavoro impotente verso una generazione che ha accettato troppi compromessi, e tutti abbiamo dovuto accumulare disillusioni e incomprensioni da nascondere nell’armadio della nostra memoria. Questo racconta Scheletri, un passato che riaffiora e lascia cicatrici, e lo fa senza dimenticarsi del presente, fino ad arrivare ai mesi di lockdown.
Tutto inizia dal ritrovamento di un dito mozzato che, come l’orecchio lynchiano nel prato, sarà il frutto di un giallo/thriller. Roma, 2002. Calcà ha una cresta rossa in testa che non ama particolarmente ma lo rende “particolare” e, mentendo alla madre chioccia, ogni giorno finge di recarsi all’università bighellonando invece in metropolitana. Qui conosce Arloc, un giovane writer che entrerà nella sua vita e in quelle dei fidati amici Sarah, Cinghiale, Lena e Osso… Criminalità, droga, violenza, fancazzismo sono le componenti di un racconto che come mai prima si fa sempre più noir. Zerocalcare riempie le tavole di sangue, mostri interiori che vorrebbero uscire e si nutrono delle paure e delle ansie di una generazione, solitudini in una Rebibbia che ricorda sempre più la Scozia di Danny Boyle o l’acida e confusa capitale di Claudio Caligari. Riferimenti che sono alla base di tutto il lavoro del nostro e che ci aiuta a contestualizzare la tanta violenza presente nelle pagine del volume.
Ritornano topoi come la paura del cambiamento, di crescere senza “speranza”, di affrontare i dissidi con gli amici, ma allo stesso tempo la nostalgia per la spensieratezza del passato, il tutto mixato in un noir metropolitano ben scandito e congegnato, in cui spesso si ride di gusto anche in modo aspro. Zerocalcare sembra quasi abbandonare la sua comfort zone, a cui ci ha abituato negli anni e che certo anche qui è ben presente, vedi il tratto sempre minuzioso e i personaggi ricorrenti, in favore di un respiro autoriale più libero. Il mistero alla fine verrà risolto, le incomprensioni no. Non c’è un vero finale o, meglio, c’è una cruda constatazione che gli errori del passato non aiutano a crescere. Ed è quello che spesso succede anche a noi (non) più giovani lettori disillusi. Un racconto amaro e fieramente naturalista.
Scheletri [Italia 2020] TESTO E DISEGNI Zerocalcare.
EDITORE Bao Publishing.
Graphic Novel, b/n, 288 pagine.