Una fabbrica per raccontare
Sassonia. Passato e presente si fondono e diventano specchio l’uno dell’altro. 30 anni di distanza, eppure la storia inesorabile si ripete. Il tempo è passato, eppure, nonostante tutto, l’Uomo è sempre uguale a se stesso.
Fortschritt im Tal der Ahnungslosen di Florian Kunert, il film presente nella sezione Time will tell della 31a edizione del Trieste Film Festival, dimostra questo. Kunert racconta la fine della Cortina di Ferro, l’eredità che essa ha lasciato, mostrandoci ciò che siamo oggi, puntando il suo sguardo sulla fabbrica Fortschritt. La fabbrica, un tempo luogo in cui costruivano mietitrici, ora è rifugio dei richiedenti asilo che si scontrano con lo sguardo, il pregiudizio, l’ostilità della gente.
Fortschritt è punto su cui tutto si costruisce, è centro narrativo, reale, storico e vibrante che aiuta il regista e lo spettatore a vedere, a capire e a capirsi. Kunert, con il suo documentario sottile ma estremamente doloroso, è in grado di mostrare come sia spesso complicato abituarsi, quando si incontrano persone diverse, all’altro.
Nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR), il termine “Valle degli Ignari” era usato per fare riferimento alla regione situata così lontano dal muro che divideva la Germania da non poter ricevere nessun segnale tv occidentale, e per questo tagliata fuori da tutte le informazioni più importanti. Proprio questa terra, paradossalmente, nonostante la lezione imparata nel passato, sui libri di scuola, è stata ancora oggetto di narrazione per raccontare alcune frange razziste: i movimenti di destra e neo-nazionalisti hanno trovato terreno fertile per crescere nuove reclute, infatti, nel corso degli ultimi anni, soprattutto da quando molti migranti siriani sono arrivati in Germania, si sono riaccese micce xenofobe su suolo tedesco.
Kunert decide di entrare nel ventre molle della Germania di oggi e mette l’uno di fronte all’altro i veterani della DDR con i giovani siriani e il luogo dell’incontro è la vecchia fabbrica. Da una parte ci sono gli autoctoni più anziani che camminano tra le mura pieni di nostalgia e di ricordi, dall’altra i siriani che parlano del loro sentire, in un posto che ricorda tanto le macerie della guerra da cui sono scappati. La forza del documentario sta proprio qui, nell’incontro/scontro tra culture diverse, tra ieri e oggi, nella forma asciutta e concentrata in cui si possono ritrovare molte altre storie simili. Si porta sullo schermo il materiale originale con riprese degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, quando la Germania dell’Est e la Siria erano alleate grazie ai principi comunisti. Fortschritt im Tal der Ahnungslosen è un documentario che ricorda chi siamo, mostrando le fragilità e le asprezze dell’animo umano.
Progress in the Valley of the People Who Don’t Know [Fortschritt im Tal der Ahnungslosen, Germania 2019] REGIA Florian Kunert. SCENEGGIATURA Florian Kunert. FOTOGRAFIA Joanna Piechotta. MUSICHE Stefan Galler, Franziska Henke. Documentario, durata 67 minuti.