XIII Gli Occhi dell’Africa, 3 settembre – 20 dicembre 2019, Pordenone
Affetto
In swahili, la lingua diffusa in Kenya e nelle zone dell’Africa Orientale, «Rafiki» significa «amico»; una parola che rimanda all’idea di vicinanza, affetto e confronto. Il film d’esordio della kenyota Wanuri Kahiu, ispirato al romanzo Jambula Tree della scrittrice Monica Arac de Nyeko – presentato lo scorso anno a Cannes nella sezione “Un Certain Regard”, e il prossimo martedì 3 dicembre a Pordenone nell’ambito della rassegna dedicata al cinema africano “Gli occhi dell’Africa” –, è quindi sì, come facile prevedere, una storia d’amore, che racconta di un affetto che gradualmente acquista le sfumature dell’attrazione e dell’innamoramento, ma allo stesso tempo per buona parte pone il lume sul confronto.
Innanzitutto, il confronto è quello tra le due giovani protagoniste, la tosta e sportiva Kena (Samantha Mugatsia ) e la stilosa e verace Kiki (Sheila Munyva), diversissime e inizialmente agli antipodi, ma che pian piano iniziano a conoscersi e ad avvicinarsi, creando quella simpatia che man mano si evolve interessando i vari gradi dell’affetto umano. Il confronto è centrale anche se allarghiamo lo sguardo e dai sentimenti più intimi passiamo al contesto; la loro amicizia è prima ostacolata dal fatto che i padri sono entrambi candidati alle elezioni, esprimendo bacini sociali e culturali differenti. Poi in maniera più decisiva, una volta scoccata e palesata l’attrazione reciproca, c’è l’inevitabile confronto con la chiusura mentale, l’odio conservatore atavico e l’omofobia; in una parola, con la discriminazione più radicata.
In Kenya i rapporti tra persone dello stesso sesso sono, nel migliore dei casi, condannati e discriminati, e nel peggiore perseguitati. Non è un caso quindi che Rafiki sia stato vietato e censurato in patria. Wanuri Kahiu realizza così una testimonianza intima che si trasforma in apologo contro la discriminazione, il razzismo e l’omofobia, raccontando una storia in qualche modo, soprattutto agli occhi dello spettatore occidentale abituato a dramedy simili, esile e semplice, ma tutt’altro che priva di forza nel rendere il quotidiano e il privato specchio di storture collettive. È anche un film capace di emozionare con la sua dolcezza non ingenua.
Ad una prima parte più vivace e luminosa, arricchita da momenti musicali, segue una seconda metà più drammatica e sommessa, anche questa caratterizzata da una certa vivacità stilistica e da una fotografia lucente. In questa seconda parte quindi emergono con maggiore chiarezza la denuncia e la testimonianza, che in qualche modo acquistano potenza e universalità proprio perché nascono dall’aderenza all’intimità e ai sentimenti di Kena e Kiki, e anche grazie alla semplicità di fondo.
Rafiki [id., Kenya 2018] REGIA Wanuri Kahiu.
CAST Sheila Munyva, Samantha Mugatsia, Neville Misati, Nini Wacera, Charlie Karumi.
SCENEGGIATURA Jena Cato Bass (dal romanzo Jambula Tree di Monica Arac de Nyeko). FOTOGRAFIA Christopher Wessels. MUSICHE Artisti vari.
Drammatico/sentimentale, durata 83 minuti.