Kill Peppino
Dopo aver collaborato alla scrittura di Last Summer e de L’accabadora, Igort debutta alla regia con la trasposizione della sua graphic novel 5 è il numero perfetto. Anche quest’anno, dunque, alla Mostra del Cinema di Venezia, un grande nome del fumetto italiano presenta un film da lui diretto o sceneggiato.
Cosa differenzia l’esordio di Igort dai film di Gipi regista (L’ultimo terrestre, Il ragazzo più felice del mondo) e da quello tratto dai fumetti di Zerocalcare (La profezia dell’armadillo)? La mescolanza di cinema di genere, gangsteristico ma con strizzate d’occhio all’action, al western, alla commedia, e di cinema d’autore, nel senso che Igort ha il controllo assoluto di tutti gli elementi della messinscena.
Con quali risultati? Discreti. Per quanto fedele al testo di partenza, Igort opera significative traduzioni, nel linguaggio del cinema, della materia narrata, dimostrando di padroneggiare i codici dell’audiovisivo, flashback, ralenti, contre-plongée, sfocature, dettagli iperrealistici e “sergioleoniani”, soggettive da sparatutto in prima persona, semi-soggettive, soggettive sonore e voice-over compresi. Così, se nel fumetto c’è un’unica tonalità di blu a colorare le tavole in bianco e nero da storia noir, il film è un tripudio di giochi di luce, hopperiani e non, e di grigi, gialli oro, verdi, rossi sanguigni, in una piovosa Napoli anni Settanta (fotografata con maestria dal cinematographer di Garrone, Nicolaj Brüel), che di realistico ha solamente i cartelloni pubblicitari. Igort, infatti, omaggia tutti i suoi amori cinematografici, da vero cinefilo, e gira un film che dialoga direttamente con l’immaginario del grande schermo, con la finzione esplicita, fuggendo dal naturalismo di molto cinema italiano. Il manierismo del film si riflette anche nelle scelte musicali, affidate al duo D-Ross & Startuffo, che ci ricordano la grandezza delle colonne sonore del cinema italiano, nei decenni d’oro, da Morricone in giù: trombe, chitarre western, mandolini, vocalizzi, black music, musica sinfonica, melodie d’altri tempi.
Il protagonista del film, Peppino Lo Cicero, nel look può ricordare un nasuto Dick Tracy partenopeo, ma in realtà forma un’affiatata coppia tragicomica con l’amico Totò o’ macellaio (alla Totò & Peppino) e ama una donna tutta grilletto facile e abito nero come la Nikita bessoniana. In una scena, entra in un cinema per vedere il film hongkonghese del 1972 Cinque dita di violenza. Il citazionismo delle mille visioni cinefile di Igort non si limita, dunque, ai classici occidentali o a Totò e Cleopatra. Takashi Miike, John Woo e soprattutto Johnnie To erano interessati ad adattare il fumetto originale e, una volta passato alla regia, Igort non ha rinunciato a omaggiare la spettacolarità del cinema action orientale, in particolare nelle notevoli scene degli scontri a fuoco tra i gangster in conflitto, tra lampi di fuoco nel buio, showdown finali e pianisequenza. In sintesi, un film ludico e postmoderno che può regalare divertimento a chi sa stare al gioco.
5 è il numero perfetto [Italia 2019] REGIA Igort.
CAST Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato.
SCENEGGIATURA Igort (tratta dall’omonimo fumetto di Igort). FOTOGRAFIA Nicolaj Brüel. MUSICHE D-Ross & Startuffo.
Gangster Movie, durata 100 minuti.