38° Premio “Sergio Amidei”, 18 – 24 luglio 2019, Gorizia
Dead Man Walking
Gli ultimi sette giorni di vita del trentunenne geometra romano Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre 2009 in via Lemonia per spaccio e possesso di sostanze stupefacenti e deceduto all’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre, mentre era in custodia cautelare. Dalla cronaca alla fiction, il lungo e doloroso calvario di un uomo abbandonato dallo Stato e stretto tra la reticenza delle istituzioni, l’omertà degli uomini in divisa e la violenza brutale di alcuni agenti.
Vincitore del 38° Premio alla miglior sceneggiatura internazionale “Sergio Amidei”, Sulla mia pelle di Alessio Cremonini è un oggetto sociale che porta la vicenda di una morte annunciata nello spazio critico delle piazze, diffondendo attraverso un’esposizione mediatica ben meditata il vulnus democratico che solo da poco tempo sta provando a rimarginarsi, in seguito al prosieguo del processo Cucchi-bis. Le proiezioni pubbliche del film – resoconto cronachistico implacabile e sapientemente scritto – hanno contribuito a trasformare la cronaca lucida e rigorosa, saettante nella penombra delle immagini e cucita “sulla pelle” emaciata e vulnerabile del mimetico Alessandro Borghi, in azione politica, specchio distorto del cortocircuito legale che spiana la strada all’impunità dello “spirito di corpo” e, contemporaneamente, spalanca gli spazi pubblici dal quale possono levarsi le voci resistenti del popolo che non accetta di stare sempre e comunque dalla parte dell’ordine costituito.
Un film “blu”, sotterrato nella penombra delle carceri e nel vuoto delle istituzioni assenti, che viene subito riempito dalla figura tragica di un dead man walking votato al martirio per una colpa – lo spaccio e il possesso di 20 grammi di hashish e due di cocaina – che lo Stato ha deciso di punire con la morte. Al centro della scena il corpo di Borghi/Cucchi rappresenta una mappa biologica del dolore: avvizzito, prostrato e infine spentosi in solitudine, mentre lo spazio sociale circostante, i medici degli ospedali, gli agenti e tutti gli altri addetti ai lavori, si rimpallano le responsabilità alimentando la falla del sistema legal-giudiziario in una spirale senza fine. Sviscerando 10.000 pagine di atti processuali, Alessio Cremonini dà la parola ai fatti nudi e crudi, ai numeri – 148 morti in carcere in quell’anno, sette giorni di vita del detenuto – e accetta quello che Jacques Rivette avrebbe definito «il rischio dell’esperienza». Il regista penetra le maglie del reale sottotraccia, come un silente demiurgo che scandaglia la vicenda senza (s)cadere in un’ottica del giudizio a tutti i costi, senza amplificare o deformare il dato di realtà ma conformandosi alla vis tragica promanante dal caso Cucchi e addossando la materia scrittoria vibrante, scritta a quattro mani con Lisa Nur Sultan, sulle ferite di Alessandro Borghi, sulla dignità profonda di Jasmine Trinca (la sorella di Cucchi) e sulla misura quietamente luttuosa dei genitori di Stefano (Max Tortora e Milvia Marigliano).
Sulla mia pelle [Italia 2018] REGIA Alessio Cremonini.
CAST Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milva Marigliano.
SCENEGGIATURA Lisa Nur Sultan, Alessio Cremonini. FOTOGRAFIA Matteo Cocco. MUSICHE Mokadelic.
Drammatico, durata 100 minuti.