Quello strano
C’è un bambino, Reginald Kenneth Dwight di Londra, poco amato dalla sua famiglia o meglio poco considerato, che ha un grande talento per la musica, che sogna di dirigere un’orchestra, che ama immaginare persone che ballano e cantano intorno a lui, un bambino che diventerà Elton John. Rocketman è la sua storia.
Non si risparmia alla regia Dexter Fletcher, già dietro al successo di Bohemian Rapsody, e ci mostra Elton con le sue tante debolezze, droga e alcool compresi, e le sue stravaganze degne della fama di animale da palcoscenico che lo circonda. Cultura lisergica e genuinamente d’epoca contro la convenzionalità della vita di tutti i giorni. Rocketman racconta l’ascesa di un’artista dall’infanzia fino all’uscita dalla clinica per disintossicarsi, alla luce di una nuova rinascita, senza tralasciare la depressione e la lotta contro i propri fantasmi tipica di chi ambisce ad essere meglio di ciò che appare. Si spinge sulla magia delle scenografie e dei costumi di scena utilizzati da John nella sua carriera, una carriera sempre sull’orlo della ribellione però basata sull’umiltà come viene spesso ricordato durante il film.
Anche se con alcuni momenti eccessivamente “romanzati”, l’attenzione è rivolta all’uomo/artista che chiede solo di essere amato da chi gli gira intorno, il talento e l’arte sono solo uno sfogo. É qui che Rocketman spadroneggia sul suo più diretto concorrente cinematografico, quel Bohemian Rapsody dedicato a Freddie Mercury con cui sempre più spesso viene paragonato, cioè la voglia di raccontare l’umanità: le canzoni sono il frutto dello studio accurato della persona Reginald a cura del fidato paroliere/amico Bernie, parole che ancora oggi riescono a descriverne le tante ossessioni etiche. Più appropriato un parallelismo con Across The Universe di Julie Taymor, film che si basa sulle canzoni dei Beatles e che, come in questo caso, gioca con gli stereotipi del musical ispirandosi alle strofe per procedere nella narrazione; inoltre si riconosce un’analogia nelle ambientazioni e l’amore di Reginald per i Beatles che aleggia nell’aria fino all’ispirazione per la scelta del suo nome d’arte. Da sottolineare la bravura non caricaturale ma esclusivamente interpretativa di Taron Egerton, vero e proprio attore immerso nel personaggio, sorprendenti tutti i momenti musicali e la ricreazione del video di I’m Still Standing nel finale. Reginald è sempre stato “quello strano”, timido, ma il solo che in una società fatta da squali, quella discografica pronta solo a sfruttarti e a non “capirti”, riesce a comprendere quando il limite è stato raggiunto e si rinchiude in clinica. Fatti i conti con i propri fantasmi non resta che riprendere in mano lo show con il giusto sprint: «…I’m not the man they think I’m at home, Oh no no no I’m a rocket man!».
Rocketman [id., Gran Bretagna 2019] REGIA Dexter Fletcher.
CAST Taron Egerton, Jamie Bell, Richard Madden, Bryce Dallas Howard, Gemma Jones.
SCENEGGIATURA Lee Hall. FOTOGRAFIA George Richmond. MUSICHE Matthew Margerson.
Biografico, durata 121 minuti.