72° Festival de Cannes, 14 – 25 maggio 2019, Cannes
L’odore dei soldi
Nell’inquadratura più esplicitamente politica di Parasite, il nuovo film di Bong Joon-ho, i ricchi dormono su un divano, i poveri si nascondono al di sotto. Questo rapporto tra sopra e sotto, tra aria aperta e scantinati, sarà alla base dell’intera costruzione del film, che fin dal titolo rende evidente il proprio sarcasmo e la propria ambiguità nel raccontare il rapporto tra classi nella Corea del Sud (evidentemente non solo lì) contemporanea.
I protagonisti sono i componenti di una famiglia di mezzi accattoni che comincia, poco a poco, tra varie mansioni e vari stratagemmi, a lavorare per una famiglia di ricchi. Quando pensano di aver finalmente raggiunto il loro paradiso, accade un imprevisto che distruggerà ogni loro piano. Bong, dopo il simpatico Okja, torna ad atmosfere cupe con una commedia nera trascinante, che mescola Us di Jordan Peele e Prova a prendermi di Spielberg con un’irruente forza polemica e altrettanta vis comica.
Bong distrugge il sistema dell’ascensore sociale su cui si fondano il capitalismo illuminato e la politica liberale, attraverso la dinamica del doppio e la descrizione dei meccanismi economici, culturali, ma soprattutto fisici e sensoriali con cui i ricchi e i poveri si distinguono (l’odore diverso che la famiglia ricca sente da quando la povera gli si insedia in casa), mettendo alla berlina un mondo che incita all’emulazione – anche i ricchi, che vedono negli USA ciò che i poveri vedono nei ricchi – ma la impedisce alla base, avendo coltivato per secoli una separazione oserei dire antropologica tra le classi. Il sogno così non è di diventare ricchi, ma di diventare come i ricchi, avere i loro oggetti, vivere nelle loro case: specchio sociale, più che ascensore. E, come ironica conseguenza, l’ossessione per lo status diviene anche una riflessione teorica e metalinguistica sulla recitazione (cast pazzesco, su cui spiccano Song Kang-ho, il padre povero, e Park So-dam, la figlia povera) e la costruzione di un racconto.
Ciò che rende Parasite un film straordinario è il modo con cui Bong veicola questa riflessione amarissima, densa, precisa e molto più dialettica e sfumata delle apparenze, partendo in primo luogo dalle immagini – come quella citata all’inizio –, dalla perizia visiva e capacità di concezione registica, a cui basta un dettaglio per aprire uno spiraglio su un mondo (le luci che si accendono al passaggio del capofamiglia, la scala che collega “sopra” e “sotto”, le frecce e le penne dei pellirossa), per arrivare a una costruzione narrativa portentosa e inventiva e a una messinscena pazzesca per ritmo, umorismo, uso dei corpi e della musica (In ginocchio da te di Gianni Morandi). Strepitoso.
Parasite [Gisaengchung, Corea del Sud 2019] REGIA Bong Joon-ho.
CAST Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Jang Hye-jin, Park So-dam.
SCENEGGIATURA Bong Joon-ho, Han Jin-won. FOTOGRAFIA Hong Kyung-pyo. MUSICHE Jung Jae-il.
Commedia, durata 132 minuti.