72° Festival de Cannes, 14 – 25 maggio 2019, Cannes
Dance your heart off
Al suo esordio alla regia nel lungometraggio, con Port Authority Danielle Lessovitz omaggia il mondo urbano che intreccia il mondo queer con il cuore di Harlem, in un ritratto genuino e appassionato presentato al Festival di Cannes 2019 nella sezione “Un certain regard”.
Paul è un ventenne appena arrivato a New York da Pittsburgh: ancora in libertà condizionata, spera di trovare alloggio presso la sorellastra. Quando questa non si presenta al loro appuntamento, Paul rimane abbagliato dalle mosse di Wye e dei suoi amici. Nonostante alloggi presso un ricovero per senzatetto, il ragazzo inizia a frequentare il mondo di Wye, un’affascinante ballerina che sfida le altre Case insieme ai suoi Fratelli. Il mondo delle ballroom si scontra però con la chiusura mentale degli amici di Paul, con cui sgombera case occupate illecitamente. Deciso a frequentare entrambi i gruppi, deve trovare un modo per farli comunicare.
Port Authority attinge a piene mani dallo stesso mondo raccontato nella serie Netflix Pose, fatto di lustrini e affermazione personale attraverso sfilate e prove di ballo. Il fascino irresistibile di queste brevi performance artistiche unito al legame indissolubile che lega i diversi appartenenti alle Case sfidanti costituiscono senza dubbio un punto di partenza ricco di possibilità. La presenza di Leyna Bloom tra i protagonisti risulta funzionale anche a creare credibilità per il film stesso. La regia accompagna la sceneggiatura in questo viaggio del tutto verosimile fuori e dentro un mondo non troppo conosciuto oltreoceano come quello delle ballroom, che Paul fatica a far comunicare con il mondo esterno soprattutto quando composto da pregiudizi e supremazia sociale di giovani maschi bianchi decisamente poco evoluti. Paul risulta una mosca bianca nel suo ambiente e si lascia affascinare da questo universo parallelo grazie all’amore per Wye. Il loro legame nasce e cresce sotto luci colorate e trucchi appariscenti, grazie a cui la giovane e vivace comunità queer di Harlem (e non solo) può esprimersi in tutto il suo potenziale.
Lessovitz afferma con forza anche l’importanza della famiglia, sottolineando come i legami interpersonali esterni a quelli di sangue siano più forti e affidabili di quelli parentali. I due esempi portati nel film sono agli estremi opposti, ma ben rappresentano questo pensiero, contrapponendo la lealtà indiscutibile e prioritaria della Casa McQueen all’inconsistenza dell’affetto parentale che intercorre tra Paul e Sara, la sua sorellastra. I vari messaggi promossi da Lessovitz riescono a passare forti e chiari attraverso immagini ben costruite e bilanciate.
Port Authority [id., USA/Francia 2019] REGIA Danielle Lessovitz.
CAST Fionn Whitehead, Leyna Bloom, Mccaul Lombardi, Devon Carpenter, Christopher Quarles.
SCENEGGIATURA Danielle Lessovitz. FOTOGRAFIA Jomo Fray. MUSICHE Matthew Herbert.
Drammatico, durata 94 minuti.