72° Festival de Cannes, 14 – 25 maggio 2019, Cannes
Riuscire a galleggiare
Kris è un’adolescente in piena definizione di se stessa. I modelli che ha a disposizione intorno a lei non sono dei migliori, visto che la madre è in prigione (appena prima di essere rilasciata per buona condotta, si gioca l’occasione di uscire con una rissa inutile), gli amici a cui è legata sono ormai coinvolti nello spaccio di medicinali e droghe, il sobborgo in cui vive è a dir poco disagiato.
Con motivi del tutto pretenziosi, per non dire inesistenti, Kris sceglie la casa del vicino Abe come location per dare una festa dedicata allo sballo. Al suo rientro Abe, vista la situazione, decide di concederle una seconda possibilità e la mette alla prova facendosi aiutare anche nella sua professione: l’uomo lavora da una vita nel mondo dei rodeo e i tori furiosi che si trova a domare ricordano proprio Kris, la quale si affeziona sempre più a questo amico improbabile e scopre che nel mondo ci sono alternative a quella vita che per lei pare essere già segnata.
La regista Annie Silverstein gioca sul sicuro, proponendo con Bull una storia vista molte volte sugli schermi cinematografici; ma in questo caso oltre a un’ambientazione insolita (quella dei rodeo, tanto cara al mondo stelle e strisce) è interessante il discorso sociale che la sceneggiatura mette in atto. I due personaggi centrali sono ai poli opposti sotto molti punti di vista, a partire dal dato anagrafico, ma anche a livello di decisioni prese e affermazione della propria personalità; ciò che li accomuna è il dato economico e sociale, visto che condividono la residenza in un sobborgo non certo blasonato. Condividono anche l’aver dovuto scegliere tra le stesse alternative di vita (tra droga e retta via, per semplificare) e in questo caso la decisione di Kris sarà quella di smarcarsi da una compagnia torbida, poco propensa al raggiungimento del successo personale.
L’originalità della narrazione non è il punto forte di Bull, quanto invece questo sguardo trasversale in un innesto sociale così fortemente caratterizzato come la provincia “torera” degli Stati Uniti. Ritmo e fotografia lavorano in maniera perfetta per far funzionare questo film, salvandolo dalla piattezza e dalla pura iterazione di un modello visto altre centinaia di volte. In questo modo, Annie Silverstein si avvale di una cornice dal successo comprovato per raccontare una storia che vada oltre l’argomento razziale, riuscendo a scardinare le aspettative più incombenti sul film. Bull fa parte della selezione di Un certain regard di Cannes 2019, con un soffio deciso di identità nazionale americana, quella più profonda e, per molti versi, più difficile da avvicinare.
Bull [id., USA 2019] REGIA Annie Silverstein.
CAST Rob Morgan, Amber Havard.
SCENEGGIATURA Annie Silverstein, Johnny McAllister. FOTOGRAFIA Shabier Kirchner. MUSICHE William Ryan Fritch.
Drammatico, durata 101 minuti.