Chi perde un amico trova un tesoro
Nella politica produttiva e distributiva onnivora di Netflix da qualche tempo cominciano a farsi spazio anche registi e autori che con lo standard del cinema à la Netflix c’entrano poco, per status artistico o esigenze produttive: Alfonso Cuaròn con Roma e i fratelli Coen con La ballata di Buster Scruggs su tutti, per non parlare dell’approdo di due re del Blockbuster come Michael Bay e Zack Snyder.
Forse J.C. Chandor non ha quella statura, ma si è imposto come uno dei più interessanti registi a emergere dalla Hollywood indipendente, con film bellissimi come All Is Lost e 1981: Indagine a New York. Triple Frontier, il suo film prodotto e distribuito dal colosso dello streaming dopo che il progetto fallì e passò varie volte di mano, diventa così una via di mezzo tra un progetto pensato per una visione “di prestigio” su piccolo schermo e un film personale.
Chandor apre e chiude la storia di un gruppo di amici mercenari impegnati a rubare a un grosso narcotrafficante con i Metallica (For Whom the Bell Tolls e Orion) e mette subito in chiaro il tono virile, l’atmosfera violenta e mascolina alla base di una storia che diventa presto una parabola di avidità e paranoia, sulla scia di Il tesoro della Sierra Madre di Huston o Soldi sporchi di Raimi. Il denaro, totem con cui Chandor ha cominciato la sua carriera (Margin Call), passa presto da entità quasi divina a oggetto svilito, a carta senza significato, ma non senza valore.
Perché nella parabola di Triple Frontier (ambientato al confine tra gli stati del narcotraffico sudamericano) assume un senso cinico e aspro la frase “il prezzo dell’essere un guerriero” che è il tema di fondo del film, un prezzo fatto di sangue, certo, e nient’altro, che toglie umanità ed eroismo alle figure che lo toccano, come nell’agghiacciante sequenza dell’assassinio dei contadini. Chandor usa la propria abilità a suo vantaggio, riuscendo con la capacità di gestire spazi e ritmi in modo secco a superare i limiti di budget e visione produttiva, soprattutto nella prima parte più action. Peccato che approdi a un finale conciliante che rinnega il senso del film (e celebra in modo ambiguo il personaggio più odioso), ma il gioco del cast e la densità dei toni che guardano al cinema degli anni Sessanta e Settanta rendono il film più prezioso della propria apparenza.
Triple Frontier [id., USA 2019] REGIA J.C. Chandor.
CAST Ben Affleck, Oscar Isaac, Charlie Hunnam, Pedro Pascal.
SCENEGGIATURA J.C. Chandor, Mark Boal. FOTOGRAFIA Roman Vasyanov. MUSICHE Disasterpeace.
Drammatico, durata 125 minuti.