La vanità dell’egoismo
Io, io, io… e gli altri è uno degli oggetti eccentrici della storia della commedia all’italiana: costruito con l’intento di voler ammiccare alla struttura del film a episodi, lo sfiora solamente in quanto lega con tale coesione i piccoli racconti di cui è composto da rendere impercettibile quel suo stesso proposito.
Anche perché a essere centrale è la vicenda di Sandro (uno stranito/tormentato/allegro Walter Chiari), un giornalista che prova a mettere assieme una specie di indagine metafisica contro la vanità dell’egoismo. Questa sua avventura quindi, in qualche modo e furbescamente, fa da perno e finisce con il cesellare i contorni di tutti gli altri episodi. In un tripudio di volti e personaggi che si avvicendano dunque molto rapidamente sullo schermo e in quel suo puntare il dito contro il narcisismo e l’individualismo dell’essere umano, si cela un bisogno primario di raccontarsi e mettersi prepotentemente di fronte a un passaggio epocale per la società italiana: sono gli anni della congiuntura, nei quali, per forza di cose, a una breve crisi economica deve corrisponderne una psicologica.
Fin qui niente di particolarmente inaudito (sono molti, in verità, i film italiani che in quel periodo affrontano anche inconsciamente l’argomento). La cosa particolare è che Blasetti lo faccia mettendo in scena una vera e propria “conferenza con proiezioni”, attraverso la quale il tono del saggio finisce con il miscelarsi con quello della farsa (meraviglioso il found footage con il quale si mette in bocca a Hitler, Mussolini e Chamberlain il gioco popolare da botta e risposta del “cucuzzaro”). Questo suo “commiato dal cinema di ricerca” diventa un pretesto per parlare di come la sua sfiducia negli uomini sia impossibile da estirpare: per redimersi, però, inserisce nel film anche una coppia di anziani che attraversano la quiete di un piccolo bosco e che diviene simbolo di speranza.
Ma il film è in fondo un caos calmo e in tutte le suggestioni che riesce a evocare, c’è sempre un elemento sottile di disturbo, sia esso narrativo o stilistico. Dalla sequenza nella quale si cerca disordinatamente di raccontare la vita di coppia di Sandro e sua moglie Titta, alla morte del “caro” amico Peppino, fino all’episodio dei ricordi legati all’amore impossibile per la diva Sylvia, è come se qualcosa di impercettibile all’interno di ogni piccolo evento deturpasse l’intento finale. Ma per quella sua aria da commedia impegnata e per l’onestà intellettuale e la spensieratezza con la quale Blasetti affronta semplicemente e serenamente un tema così sfaccettato, Io, io, io… e gli altri non può non essere alla fine considerata una delle sue migliori opere di sempre.
Io, io, io… e gli altri [Italia 1966] REGIA Alessandro Blasetti.
CAST Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Walter Chiari, Vittorio De Sica, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Vittorio Caprioli, Marisa Merlini, Paolo Panelli, Mario Pisu, Salvo Randone, Franca Valeri, Sylva Koscina.
SCENEGGIATURA Alessandro Blasetti, Carlo Romano, Age & Scarpelli, Suso Cecchi D’Amico, Adriano Baracco, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Ennio Flaiano, Giorgio Rossi, Lianella Carell, Libero Solaroli, Vincenzo Talarico. FOTOGRAFIA Aldo Giordani. MUSICHE Carlo Rustichelli.
Commedia, durata 105 minuti.