Hart ‘88
C’è aria di Robert Altman in The Front Runner, fin dall’incipit in cui la sera delle elezioni è raccontata attraverso voci che si sovrappongono, piani sonori che si mixano, lunghe inquadrature la cui scansione è data dai lenti zoom. Ed è un riferimento consapevole per il regista Jason Reitman che più della storia biografica al centro del film ci tiene a raccontare i meccanismi mediatici che la cambiarono e che portarono probabilmente al sistema attuale.
Reitman s’ispira non a caso a Tanner ‘88 (mini-serie tv diretta da Altman e scritta da Garry Trudeau sulla corsa alla presidenza vista dagli occhi di un democratico) per raccontare – assieme a Matt Bai (autore del romanzo di partenza) e Jay Carson – la vera storia di Gary Hart (ottimo Hugh Jackman, in ambiguo lavoro tra le righe), favorito alla presidenza nel 1988, e dello scandalo sessuale che lo fece uscire dalla politica.
Una storia di 30 anni fa che racconta tutto ciò su cui ancora oggi si riflette, a partire dal rapporto tra media e potere, democrazia e giornalismo, ma anche mediaticamente su cos’è un notizia e che ricaduta ha in termini elettorali, oppure sulla visione della donna in seno al consesso politico (le recenti elezioni di midterm hanno creato una frattura notevole tra democratici e repubblicani), mostrando con sottile ironia la distruzione del dibattito liberale in favore di recinti e contrapposizioni radicali che finiscono per dare voce agli istinti più bassi dell’opinione pubblica e di conseguenza della politica. Per mescolare queste riflessioni dentro la storia di una sconfitta umana e politica, Reitman sceglie la via del distacco e dell’analisi, dello sguardo imparziale sui personaggi per restare ai fatti più che alle sensazioni, alle idee più che alle reazioni, come se volesse prendere il posto dei giornalisti che non fecero il loro mestiere.
The Front Runner (semplicistico sottotitolo italiano: Il vizio del potere, che potrebbe richiamare Vice di McKay) è un dramma che gioca di rimessa, a cui interessano le reazioni piuttosto che le azioni, che indaga le conseguenze anziché gli atti. Questa scelta implica non che il film non abbia il ritmo tambureggiante che ci si aspetta dal cinema a sfondo giornalistico, né lo strato di indignazione retorica che storie del genere si portano dietro: Reitman si attiene coerentemente a una scelta di campo, un partito preso etico prima che estetico e stilistico in cui è importante saper aspettare e indugiare su teste e volti più a lungo del solito. Meglio così.
The Front Runner – Il vizio del potere [The Front Runner, USA 2018] REGIA Jason Reitman.
CAST Hugh Jackman, Vera Farmiga, J. K. Simmons, Alfred Molina. SCENEGGIATURA Jason Reitman, Matt Bai, Jay Carson. FOTOGRAFIA Eric Steelberg. MUSICHE Rob Simonsen.
Biografico/Drammatico, durata 113 minuti.