Tu mi fai girar, come fossi una bambola
Nadia è una newyorkese doc, con una vita sociale torbida ma attivissima e con un retroscena familiare un po’ travagliato, visto che con i genitori di origini europee ed ebree si sono praticamente disconosciuti a vicenda.
Nadia, soprattutto, non ha la minima intenzione di assumersi qualsivoglia responsabilità, considerato che già nella tutela della propria persona si nota qualche défiance. In occasione del suo compleanno, mentre attraversa distrattamente la strada, viene investita, entrando in un loop temporale dove continuamente muore, per poi ritrovarsi nello stesso punto dello spazio-tempo. Uscire da questo labirinto pare impossibile, almeno finché non troverà un ragazzo intrappolato nello stesso circolo.
L’impronta autobiografica di Russian Doll è ben evidente: Natasha Lyonne attinge a piene mani dalla propria esperienza rendendo se stessa un personaggio quasi più che un’attrice. Netflix ha capito la versatilità di Lyonne, sfruttandola sotto molti punti di vista: l’attrice infatti non è solo la protagonista assoluta della serie, ma ne è anche ideatrice e sceneggiatrice. L’autoreferenzialità della storia è talmente marcata da risultare quasi stucchevole, soprattutto quando si accenna alle tematiche che hanno più influenzato la formazione di Nadia/Natasha, come l’educazione ebraica, la dipendenza dall’alcool e la famiglia benestante rinnegata in primis.
Questa ostentazione di sé rischia quasi di mettere in ombra l’ottima prova attoriale e il soggetto intrigante, ma per fortuna l’ingresso di Alan, l’altro ragazzo chiuso nello stesso loop temporale di Nadia, risolleva le sorti di Russian Doll. A metà stagione, in un momento in cui il circolo smette di evolversi, chiudendosi su di sé, Alan riapre il gioco dando nuova linfa al racconto, fino a costruire insieme a Nadia un finale che lascia piena soddisfazione agli spettatori su più fronti, sia per quanto riguarda la coerenza e la tenuta diegetica, sia per il fattore emotivo che si compiace del racconto evitando il pericolo di una conclusione scontata o eccessivamente patetica.
Pur non avendo ancora certezza della produzione di una seconda stagione, Russian Doll è stata distribuita contemporaneamente in tutti i Paesi dove è disponibile Netflix, a inaugurare febbraio 2019. Senza dubbio, comunque, si può affermare la capacità oculata di Lyonne di smarcarsi appena in tempo dall’egemonia del suo personaggio di Orange is the New Black, evitando di rimanere schiacciata dal suo peso e riuscendo a fare ottime promesse per le future interpretazioni.
Russian Doll [id., USA 2019] IDEATRICI Natasha Lyonne, Amy Poehler, Leslye Headland.
CAST Natasha Lyonne, Charlie Barnett, Greta Lee, Yul Vazquez.
Commedia, durata 30 minuti (episodio), stagione 1.