Il futuro è femmina
Non ti conosco più di Nunzio Malasomma è tratto dall’omonima commedia teatrale di Aldo De Benedetti, che partecipa anche alla sceneggiatura assieme a Fritz Eckardt. Era infatti usanza in Italia in quegli anni (siamo nel 1936) adattare dal teatro molti spettacoli cinematografici, in modo da non rischiare più di tanto e andare quasi sempre sul sicuro.
Quello che solitamente ne derivava era un cinema molto statico che poteva trovare forza solo e unicamente in una adeguata scrittura e in una scattante e prorompente interpretazione da parte degli attori coinvolti. Il film di Malasomma non tradisce queste aspettative e gioca tutto sugli interpreti, gli straordinari Elsa Merlini, Vittorio De Sica ed Enrico Viarisio. La storia raccontata è molto semplice e lineare, ma intelligente nel saper sfumare alcuni dettagli fondamentali per creare un ritmo vivace e spensierato. Insomma, un film dove la macchina da presa lavora il minimo e gli attori hanno tutto il tempo e la voglia di manifestare le loro doti istrioniche ed espressive. Ma nel suo fulcro Non ti conosco più contiene anche una rappresentazione molto interessante. La vicenda si svolge quasi tutta in una grande villa, simbolo di sfarzo borghese: Luisa Malpieri è la bizzosa moglie che assilla il povero marito Paolo chiedendogli insistentemente una nuova automobile. Per far sì che ciò avvenga, escogita uno stratagemma che più arzigogolato non si potrebbe. Senza stare a dirvi di più (c’è un piacere nello scoprire nel finale quello che si avvicina a un vero e proprio colpo di scena), ciò che attrae è appunto la raffigurazione di questa donna, estremamente moderna e alla continua ricerca di qualcosa che la possa catapultare in un futuro che già pensa e crede di poter assaporare. L’automobile è proprio quella via d’uscita, quell’oscuro oggetto del desiderio che si configura come la possibilità di attuare un tipo di emancipata femminilità che evidentemente desidererebbe. Il film allora appare attraverso una continua tensione tra la ricerca di questa dimensione contenutistica e il bisogno di tornare (purtroppo) su lidi più vicini alle morali e alle etiche del regime fascista. Ma Non ti conosco più è leggero e spensierato tanto quanto astuto nella ricerca di un metodo attraverso cui poterci parlare di modernità e progresso. Una commedia degli equivoci per certi versi ancora impantanata in fanghi di frivolezza inaudita, ma che ci mostra altresì un’Elsa Merlini all’ennesima potenza, che (pure) canta, scatta in ogni direzione e si commuove teneramente; in quei precisi momenti il futuro è già femmina anche se nessuno ancora lo sa.
Non ti conosco più [id., Italia 1936] REGIA Nunzio Malasomma.
CAST Vittorio De Sica, Elsa Merlini, Enrico Viarisio, Ninì Gordini Cervi, Giovanni Manurita, Celeste Almieri Calza, Vanna Pegna. SCENEGGIATURA Aldo De Benedetti, Fritz Eckardt (tratta dall’omonima commedia teatrale di Aldo De Benedetti). FOTOGRAFIA Arturo Gallea. MUSICHE Felice Montagnini, Cesare Andrea Bixio.
Commedia, durata 65 minuti.