Muoversi in branco
Per approcciarsi alle atmosfere e all’ambientazione di La paranza dei bambini si può partire dall’inquadratura finale: quel branco di giovani, non più ormai bambini, che inizia a muoversi per un futuro drammatico e tristemente segnato. Una sensazione che impregna tutta la pellicola e ne fa un prodotto prezioso.
Grazie alla preparata conoscenza della materia narrata, resa bene dalla sceneggiatura Orso d’Argento al 69. Festival di Berlino, scritta anche da Saviano, autore dell’omonimo libro da cui è tratto il film, Giovannesi si muove negli ambienti della malavita napoletana senza cadere nei cliché del caso. La paranza dei bambini è un racconto di formazione per il perfetto aspirante camorrista che, suo malgrado, è portato a diventare il capo di un rione; per l’ambiente in cui nasce, per la routine vista come prassi, per l’omertoso silenzio delle persone care, per la spaventosa remissività generale. Tutto diventa normale, anche l’irruzione della polizia durante un pranzo di matrimonio o una pistola che spara tenuta tra le mani di un quindicenne.
Senza sconti ma senza patetismi o violenza gratuita, la storia dei bambini che diventano grandi nel giro di poche ore e devono sopravvivere alla giungla della strada, è esemplare nella sua chiarezza e meccanica precisione. Non si può scampare ad un destino già scritto e anzi, se si vuole “sopravvivere”, bisogna tirare fuori la grinta. Una pratica che potrebbe accomunare La paranza ai giovani gangsters di C’era una volta in America che, come altre pellicole, constatava che l’innocenza del gesto infantile è spesso mescolata alla volontà di farsi “uomo”, tipica della delinquenza. Anche qui siamo di fronte a bambini che rifiutano la loro età e si comportano da machi, si attorniano di lusso, belle donne, droga, serate in discoteca tutto finalizzato ad apparire più forte degli altri. Esemplare la sequenza in cui Nicola, il giovane protagonista, si affaccia salutando il quartiere dal balcone di casa dopo la colazione mattutina, un leone ormai riconosciuto come il re della zona. Un messaggio che diventa universale nella perdita di valori e nella miseria del nostro sud Italia. La regia pedina i suoi protagonisti, dimostrando che se si “conosce” l’adolescenza da vicino da essa si può afferrare molto, non li giudica e li illumina anche nella notte con una fotografia netta, di Daniele Ciprì, che ne aumenta l’allarmante oggettività. Un lavoro che merita i plausi che sta ricevendo soprattutto perché, e questa non è retorica, dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole non solo quelle di “periferia”, perché la violenza e la perdita di dignità sono timori unanimi.
La paranza dei bambini [id., Italia 2019] REGIA Claudio Giovannesi.
CAST Francesco Di Napoli, Viviana Aprea, Mattia Piano Del Balzo, Ciro Vecchione, Ciro Pellecchia.
SCENEGGIATURA Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi, Roberto Saviano. FOTOGRAFIA Daniele Ciprì. MUSICHE Andrea Moscianese.
Drammatico, durata 105 minuti.