Tutti gli uomini del vice-presidente
Forse per Adam McKay, la forma giusta per raccontare la realtà politica americana è quella dello zibaldone, della raccolta di estratti, strappi, numeri e digressioni che cuciti l’uno all’altro diano l’idea della totalità, almeno un’impressione, una parvenza. Lo era in La grande scommessa, lo è ancora di più nel suo nuovo film Vice.
O forse è un’idea conseguente alla sua formazione satirica come autore del Saturday Night Live prima e regista comico poi: qui racconta con quella verve, mescolata alla sardonica serietà di un Michael Moore e all’intento documentaristico di svelare la “verità”, la vita e le azioni di Dick Cheney, vice-presidente di George Bush jr., dalla giovinezza fino alla fine della sua carriera politica, passando ovviamente per gli anni di vice-presidenza, l’11 settembre e gli orrori della guerra.
McKay, anche in veste di sceneggiatore, non vuole raccontare l’uomo o la sua storia, ma il suo pensiero e la cultura politica che lo ha generato, passando dal passato al presente in modo continuo come a voler riflettere su come il primo crei e influenzi il secondo: il contenuto è esplicitamente fazioso e didattico, come didascalico è il sottotitolo italiano – L’uomo nell’ombra – che riflette però il senso del rapporto di Cheney e gli altri. Più che la sua figura, abilmente mimetizzata nella prova di Christian Bale, sembrano contare infatti quelle dei suoi interlocutori, a partire dalla moglie Lynne (Amy Adams) di cui Cheney è riflesso speculare e distorta manipolazione.
Questa rifrazione di personaggi, rapporti e questioni politiche ricade sullo stile: Vice è un varietà satirico più che un film politico, uno zibaldone di trovate narrative, espedienti ironici e deviazioni dalla norma del biopic, imitazioni più che interpretazioni e caricature, che non cerca la comprensione ma la rivelazione. Che a conti fatti irride, certo, ma lascia anche perplessi sul senso ultimo di queste scelte stilistiche, che appaiono fuochi d’artificio senza scopo se non il mero spettacolo. A meno che il fuoco d’artificio non sia il fine ultimo di McKay, la chiave per provare a interpretare una realtà che con Trump in carica ha superato ogni funerea parodia, camuffare la verità per farle sconfiggere le bufale: plausibile, ma in ogni caso le perplessità sollevate sono più di una.
Vice – L’uomo nell’ombra [Vice, USA 2018] REGIA Adam McKay.
CAST Christian Bale, Amy Adams, Sam Rockwell, Steve Carell, Tyler Perry, Jesse Plemons.
SCENEGGIATURA Adam McKay. FOTOGRAFIA Greig Fraser. MUSICHE Nicholas Britell.
Biografico, durata 132 minuti.