La musica europea
Durante tutto il periodo di occupazione nazista, Wladyslaw vede accorciarsi progressivamente e inesorabilmente la prospettiva di vita e i suoi progetti, riducendosi in ultima istanza a un puro istinto di sopravvivenza in cui strategia e pianificazione guidano il giovane pianista nella lotta quotidiana per la propria salvezza.
Privato di ogni compagnia a lui cara, lasciato solo a combattere per una dignità ormai lontana all’orizzonte, l’artista sente che il suo talento lo richiama al dovere morale di non rinunciare completamente a quella parte tanto bella e preziosa della sua vita e, di fatto, del mondo intero.
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico firmato dal protagonista stesso e vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2002, Il pianista regala a Polanski la possibilità di raccontare l’Europa e il suo recente passato attraverso la sua Polonia, una patria densa di sofferenza e fierezza che ha visto le vite della propria popolazione profondamente segnate dagli eventi. I semplici cittadini polacchi sono diventati col tempo emblema delle ferite europee del passato.
La storia di Wladyslaw e della sua ostinazione a non perdere la dignità artistica e culturale prende forma grazie alla regia di Polanski, che lo accompagna in un viaggio in solitaria, dove la musica è l’unico rumore che positivamente colpisce l’orecchio umano. In questa dicotomia tra difesa della propria identità personale e culturale e lo spirito comunitario che spinge i sopravvissuti ad avvicinarsi gli uni agli altri, la musica del pianista ci trasporta verso il mondo futuro a quei giorni bui, un domani in cui, almeno sulla carta, l’intenzione è quella di abbracciare più popolazioni possibili, accomunate da un passato lacerante, anche se su fronti diversi. L’intento ideale del progetto di unificazione europea è in fondo proprio questo, imparare dal passato per difendersi dalla deriva dei ciechi istinti umani. E se la cronaca quotidiana ci rivela quanto ancora la realtà sia lontana da questo risultato, nel giovane protagonista (un Adrien Brody quanto mai insicuro e commovente) è ben evidente la speranza nutrita per un mondo migliore, nel quale davvero quel piano abbandonato in mezzo a una dimora vuota possa finalmente ritrovare qualcuno che lo sappia suonare o anche, semplicemente, qualcuno che abbia la sensibilità per avvicinarcisi senza ferire ciò che rappresenta.
La parabola di Wladyslaw e della sua sopravvivenza alla furia allucinata della Seconda Guerra Mondiale si delinea con un impeto comunitario, claudicante e spesso poco a fuoco, ma comunque determinato ad avere la meglio sul tempo che passa.
Il pianista [The Pianist, Regno Unito/Francia/Polonia/Germania 2002] REGIA Roman Polanski.
CAST Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Michael Zebrowski, Ed Stoppard, Frank Finlay, Maureen Lipman.
SCENEGGIATURA Ronald Harwood (tratta dal romanzo autobiografico omonimo di Władysław Szpilman). FOTOGRAFIA Pawel Edelman. MUSICHE Wojciech Kilar.
Drammatico, durata 150 minuti.